SULLA LEGGE 40
Martedì sera ho assistito al programma W L'ITALIA condotto da Riccardo Jacona che i più ricorderanno come inviato speciale di Michele Santoro ai tempi di Samarcanda. Jacona fu anche a Mira nel corso di uno speciale legato - se non ricordo male - alle condizioni lavorative degli operai dei calzaturifici della RdB. L'argomento della trasmissione era la Legge 40, altrimenti detta sulla "fecondazione assistita". Ricordo che su questo tema vi fu, due anni fa, un referendum che non raggiunse il quorum. Confesso che quando discuto di simili temi cresce in me la convinzione dell'obbligo di dichiarare, ciascuno, le proprie "appartenenze". E dunque comincio da me che sono cattolico e militante da sempre del centrosinistra. E che proprio in virtù di queste "appartenenze" sono favorevole alla fecondazione assistita. Meglio: favorevole a che chi voglia ricorrere a questa tecnica procreativa lo possa fare nel proprio paese. Perché? In occasione del referendum ed in qualità di coordinatore comunale de La Margherita ho organizzato un dibattito pubblico tra favorevoli e contrari alla fecondazione assistita. Fummo l'unica realtà "politicamente organizzata" a realizzare un simile dibattito in tutta la provincia. Parteciparono circa 150 persone che stettero per 3 ore in un silenzio partecipato ad ascoltare gli interventi degli ospiti. Mi colpì molto questa partecipazione. Così come mi colpì una assenza in tutto il dibattito che accompagnò la campagna referendaria nazionale. Quella di quanti non riescono, non possono vivere la propria genitorialità perché sterili. Quante sofferenze si celano dietro a questa impossibilità? Quanti drammi? Quante famiglie (in regime cattolico, di Dico, di PACS fate un po' voi) entrano in crisi a causa di questa genitorialità negata? Eppure di loro pochi hanno parlato. Ma, soprattutto, non ne hanno parlato le gerarchie ecclesiastiche che si sono semplicemente limitate ad invitare i cattolici a non andare a votare. Ebbene: a costoro io non ho obbedito. E l'ho fatto proprio perché ritengo che la genitorialità, soprattutto se voluta - cercata - desiderata, sia un diritto di ciascuno. E perché convinto che la genitorialità negata sia una condanna. Ne parlo perché un amico, anch'egli spettatore della trasmissione, mi ha ricordato che nel programma elettorale del governo di Romano Prodi vi è l'impegno a modificare questa legge. Io credo che anche attraverso la realizzazione di questa "promessa elettorale" si misuri il reale progressismo di questo governo. Ma credo anche che sarebbe opportuno che il nascente PD iniziasse a riflettere su questi temi. Che sono temi sui quali si misura la reale civiltà e libertà di un paese democratico quale il nostro.
Il libro per questo week end? Freak Antoni, Non c'è gusto in Italia ad essere intelligenti, Feltrinelli, Universale economica.
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Etichette: SOCIETA
3 Commenti:
Molto toccante l'argomento, io fortunatamente non ho avuto problemi e ogni volta che mi capita di pensarci, capisco che sono stata davvero fortunata a diventare mamma senza difficoltà, così come mi sento particolarmente triste quando incontro donne che di figli non ne possono avere. La fecondaz. assistita è un enorme impegno psicologico e oltretutto economico. Non sempre la tecnica va a buon fine con gravi rischi al feto e alla madre stessa che è costretta ad abortire. Poter permettere già una prima selezione embrionale e impiantare quantomeno embrioni sani sarebbe un buon punto di partenza. Garantire poi l'accessibilità economica a questa tecnica che si affronta come ultima possibilità genitoriale sarebbe quantomeno il minimo che il governo potrebbe fare. Non condivido però che nelle linee programmatiche della riforma della legge 40 ci sia la possibilità dell'uso delle tecniche di procreazione assistita per le coppie dove l'uomo è portatore di malattie sessualmente trasmissibili come l'infezione da Hiv o epatiti di tipo B e C.
Per il resto essere genitori è un grande privilegio che deve appartenere a tutti.
"essere genitori è un grande privilegio che deve appartenere a tutti" conclude cristina intendendo, dal contesto del suo commento, la genitorialità biologica; ma ne esiste un'altra, altrettanto stupenda: l'adozione!
Anonimo ha ragione: l'adozione è una forma di genitorialità ("acquisita") altrettanto stupenda di quella biologica. E questo perché, secondo me, entrambe hanno la stessa finalità, quella di aprirsi all'altro.
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