venerdì 10 giugno 2011

IN NOMINE DEI

Dunque (come per'altro da settimane va sostenendo Il Corriere) Angelo Scola potrebbe essere il prossimo cardinale di Milano, successore di Martini e Tettamanzi. Nelle mani di Bendetto XVI una terna di nomi emersi al termine di un lungo percorso fatto di consultazioni individuali, collettivE, fino al voto segreto dell'assemblea dei vescovi di giovedì. Ma, certo, Bendetto XVI (il papa non è vincolato a questi 'suggerimenti' che sono assolutamente consultivi) nutre stiuma profondisisma nei confronti del Patriarca di Venezia cui lo lega non solo un'amicizia quarantennale ma anche una profonda condivisione della medesima visione teologica ed ecclesiale. E questi potrebbero essere motivi sufficienti a spingere Ratzinger ad una nomina 'soprendente' per almeno due motivi. Il primo appartiene alla 'tradizione' (concetto cui la Chiesa è particolarmente sensibile): si è soliti dire che da Venezia, il Patriarca va via solo per fare il papa (ed è accaduto abbastanza spesso in passato). Il secondo è anagrafico: Scola ha 70 anni ed i Vescovi (lo stabilisce il diritto canonico) a 75 anni vanno in pensione, con una tolleranza di un paio d'anni (ed infatti Tettamanzi ne ha 77). E dunque fosse lui il nuovo vescovo milanese, erede del grande Ambrogio, avrebbe davanti a sè un episcopato temporalmente limitato. Ma questo potrebbe essere proprio un 'regalo' che il Papa fa al suo vecchio amico. A meno che.... Angelo Scola (lo ha detto lui stesso) nasce alla fede anche attraverso l'incontro con Comunione e Liberazione (e CL a Milano significa Formigoni non certo Pisapia) scegliendo di essere ordinato sacerdote dal vescovo di Teramo (vicinissimo a CL) Abete Conigli. E' assolutamente vero che, diventato vescovo di Venezia, egli ha avuto un sostanziale approccio ecumenico nei confronti delle molteplici organizzazioni laicali presenti in diocesi (e CL non pare, fra esse, la più forte) ma è indubbio che la nomina del vescovo di Milano proprio perché riguarda non solo la diocesi più grande d'Italia ma anche il cuore economico di questo nostro paese, si connatura anche di motivazioni politiche. Ed ecco che un Scola cardinale di Milano potrebbe essere visto come 'elemento di riequilibrio' per una città che ha abbandonato il centrodestra per scegliere Giuliano Pisapia. Insomma: una sorta di reazione a questi ultimi anni ove Martini prima e Tettamanzi (specie nell'ultima fase del suo episcopato) poi hanno insistito molto sulla capacità profetica di una Chiesa che proclama sempre e comunque la verità. Anche quand'essa è scomoda per i potenti di turno....

Che la forza sia con voi!

P.S.: e a Venezia? Beh se si segue la logica che ha visto un vescovo (ausiliario) veneto doc come Beniamino Pizziol diventare vescovo di Vicenza, allora potrebbe essere un altro veneto ad occupare il posto di Scola: Pietro Parolin da Schiavon (Vicenza) attuale numero tre della Segreteria di Stato e nunzio apostolico (ambasciatore) in Venezuela. Anche se in molti vorremmo il 62enne Bruno Forte, teologo progressista, arcivescovo di Chieti/Vasto. Ma, in queste scelte, al solito noi laici non abbiamo voce in capitolo.

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