venerdì 19 ottobre 2007

LE RADICI DEL PASSATO

Vi do una notiziuola in esclusiva (almeno nel senso che la stampa ne parlerà - quando ne parlerà - nei prossimi giorni...). Lunedi prossimo cominceranno gli scavi archeologici dell'abbazia benedettina di Sant'Ilario tra Malcontenta e Dogaletto. A condurli il Dipartimento di Scienze dell'Antichità dell'Università di Venezia guidato dal professor Sauro Gelichi e coordinati dal dottor Diego Calaon. Ho avuto modo di conoscere l'estrema professionalità di questo dipartimento nell'ambito di un Master dedicato all'archeologia subacquea (guidato dal professor Carlo Beltrame, un altro giovane archeologo) cui ho partecipato alcuni mesi fa. E tale professionalità, amore per l'archeologia, passione per riscoprire pagine sepolte dal tempo ho ritrovate intatte in queste ultime settimane dense di incontri con questi giovani ricercatori. L'abbazia benedettina di Sant'Ilario raggiunse il suo massimo splendore nell'800 D.C. diventando centro di fondamentale importanza per la storia stessa di Venezia: basti pensare che 4 dogi - appartenenti tutti alla famiglia dei Partecipazio - scelsero volutamente di essere sepolti proprio in questa abbazia! Uno di questi, inoltre, fu colui che ordinò a Rustico e Buono, due mercanti, di raggiungere l'Egitto per "rapire" le reliquie di San Marco nel mentre i brindisini, per altre vie, giungevano nella Licia, a Myra, per rubare le reliquie di San Nicolò cui per'altro i veneziani avevano da tempo messo gli occhi (già allora lo "spionaggio" era pratica abituale....).
L'abbazia fu già oggetto di scavi archeologici alla fine del 1800 e nei primissimi anni del 1900: quel che fu scoperto è oggi visitabile presso il museo archeologico veneziano. L'interesse attuale si rivolge invece all'insediamento abitativo che, data l'importanza dell'abbazia, sicuramente sorse e si sviluppò all'intorno del complesso religioso. La campagna di quest'anno prevede una serie di test atti ad individuare innazitutto la reale localizzazione dell'insediamento e successivamente a saggiarne la consistenza. Negli anni successivi si provvederà a consolidare questi scavi. L'obiettivo che ho è quello di rendere quella zona proprio un sito archeologico all'aperto. Quest'anno gli scavi dureranno circa un mese: alla loro conclusione, a Malcontenta, organizzeremo un incontro pubblico con questo gruppo di ricercatori che ci spiegheranno quel che hanno trovato (è bastato un semplice sopralluogo, nei giorni scorsi, per rinvenire già alcuni materiali), cos'era l'abbazia benedettina di sant'Ilario e la sua importanza per la storia stessa di Venezia. E allora immerso nelle suggestioni del passato ho fatto un sogno di cui voglio mettervi a parte. In questo sogno un gruppo di amministratori, giovani e profondamente innamorati del proprio territorio, pressano la Soprintendenza dei Beni Archeologici del Veneto e nel contempo il Ministro dei beni culturali affinché i resti dell'abbazia e quel che sarà scoperto nei prossimi mesi siano affidati alle amorevoli cure di un assessore alla cultura che avrebbe già pensato alla loro collocazione. Dove? Avete indovinato? Siete perspicaci: proprio all'interno del Palazzo dei Leoni che potrebbe ospitare questo primo nucleo di Museo civico della Riviera del Brenta. Il palazzo dei Leoni, dunque, per la documentazione storico-archeologica mentre, a qualche centinaio di metri di distanza, il palazzo principe Pio potrebbe diventare la sede per la documentazione storico - ambientale della gronda lagunare. I due palazzi, poi, sarebbero uniti da una Riviera Silvio Trentin chiusa al traffico, con qualche negozio in più tale da renderla rassomigliante a qualche boulevard parigino. E dove la domenica sia bello passeggiare, magari immersi in qualche mercatino dell'antiquariato (anche qui ho delle belle novità...aspettate ancora qualche giorno ok?). E alla fine la piazza di Mira Porte che presto sarà finalmente praticabile. Ops..mi sono svegliato d'improvviso. Epperò io, di solito, i sogni sono uso a realizzarli. E voi?


Il libro per questo week end? Accolgo il suggerimento di un lettore: Marco e Mattio, Sebastiano Vassalli.
Che la forza sia con voi.

5 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

Caro giovane assessore. E lo dico con simpatia. Mi spieghi perche la passata amministrazione Marcato, dello stesso colore e con gli stessi personaggi dell'attuale, ha deciso di trasformare l'Abbazzia Benedettina di Piazza Vecchia, già molto compromessa dal disinteresse della solita annosa sinistra di governo, in appartamenti Ater? E allora ti annuncio anche io uno scoop nel anticiparti tale replica al tuo/vostro pomposo annuncio. Omar Bison

20 ottobre 2007 alle ore 12:10  
Blogger Il sito di Davide ha detto...

Non capisco dove sia la pomposità di questo annuncio per'altro dal sottoscritto già comunicato in sede di commissione cultura (a margine della presentazione della stagione teatrale). A me pare una cosa importante sia per il fondamentale ruolo svolto, come ho cercato di spiegare, da questo insediamento nella prima parte della storia di Venezia sia per la grande professionalità dei soggetti coinvolti (la campagna di scavo è supportata da Regione Veneto e Soprintendenza). apisco che oramai la politica si fa "sulle barricate" ma stavolta davvero mi è difficile capire mio caro, giovane, Omar....

21 ottobre 2007 alle ore 10:34  
Anonymous Anonimo ha detto...

La pomposità, che non è una connotazione negativa,sta nei termini del tuo post. Il mio intervento non è nè politico nè barricadero. Sbagli a tentare di derubricarlo e spenderlo in questi termini. Mi da fastidio, questo si, che quando le opposizioni della passata amministrazione incalzavano l'allora centro sinistra che è lo stesso di adesso nel cercare di impedire l'intervento Ater previsto nell'Abbazia di Piazza Vecchia la sensibilità dimostrata è stata pari allo zero. E allora se ti interessassi di questo oltre che dell'Abbazia di Malcontenta faresti gran cosa. Che poi quello di Malcontenta sia un intervento riuscito sarò lieto di convenire. Omar

22 ottobre 2007 alle ore 08:35  
Blogger Corrado Benin ha detto...

Il recupero del patrimonio storico, archeologico e naturalistico di un territorio è sempre meritorio. Certo non sarebbe male tutelare anche quello che già c'è. Per esempio il territorio interessato da questi nuovi scavi, e che rappresenta l'ultimo lembo della campagna che si estendeva dall'abitato di Malcontenta a Gambarare, è profondamente degradato rispetto a quello che era pochi decenni fa, sono stati abbattuti centinaia di pioppi che crescevano lungo le strade bianche a nord degli scavi, le siepi di rovi, rifugio per animali e testimonianza viva di antichi confini sono scomparse, fossati bordati da sanguinelle e piccoli stagni con canneti, riempiti. Ci si è mai interessati alla tutela dei bei ponti a arco che attraversano i fossati? Si è verificato se ignote mani hanno fatto sparire strade vicinali ? Un sentiero è un patrimonio culturale, farlo sparire e privarci della memoria e dell'uso del territorio. A San Giuliano Si è fatto dal nulla un costoso parco, noi potremmo averlo piu bello e più grande per poco. Grazie e buon lavoro Corrado Benin

9 novembre 2007 alle ore 19:34  
Blogger Il sito di Davide ha detto...

La mia non è una difesa d'ufficio, caro Corrado...tutt'altro. Venerdì abbiamo presentato, insieme alla provincia, uno straordinario lavoro realizzato dagli alunni delle scuole medie: un libro di facile consultazione dedicato alla laguna. Lo abbiamo presentato a Giare in prossimità della conterminazione lagunare: un sole pallido stava vincendo sulla prima nebbia della stagione e illuminava la campagna. Mentre l'acqua della laguna era immota. "Uno scenario da fiaba" mi ha detto uno degli ospiti. "Uno scenario felliniano, cioè degno di un film di Fellini" ho pensato io. Lei ha ragione: abbiamo tra le mani un tesoro, una risorsa incredibile che è il nostro territorio. Dobbiamo valorizzarlo. E lo valorizzeremo anche grazie alla sensibilità che hanno gli assessori competenti. Quanto ai ponti ad arco..Le confesso un piccolo "segreto": l'anno prossimo intendo avviare un "progetto capitelli" destinato al recupero di alcuni capitelli votivi molto antichi come quello di Borbiago, ad esempio. Chissà che non si possa pensare anche a qualcosa di smile pe ri ponti. Spesso la domenica mattina giro per il territorio in bicicletta: magari ci si può incontrare così mi indica quali siano, a suo avviso, i ponti ad arco che meriterebbo di essere valorizzati. La saluto e la ringrazio di cuore. Davide

11 novembre 2007 alle ore 09:24  

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