martedì 3 giugno 2008

RIFLETTENDO

Rientrando da un paio di giorni di buen retiro, da dove cominciare? Magari dall'interessante convegno cui (con il collega Maurizio Barberini) ho partecipato a Vallevecchia, vicino a Caorle, dove l'amico Danilo Lunardelli, assessore provinciale al Turismo, ha presentato il progetto sulle vie navigabili della Provincia. A Vallevecchia, da due settimane, è operativo un affascinante Museo Ambientale inserito in 9 ettari di parco lagunare. Specie se avete bimbi vi consiglio di trascorrervi una giornata: sarà una esperienza indimenticabile. Oppure, perché no, da una interessante conversazione avuta con Titino Carrara, dopo la conclusione di Raixe in scarsea: anche in questo caso è stata chiacchierata lunga, bella, affascinante. Oggi, invece, vi confesso una mia difficoltà: questo Paese (sia l'Italia ma anche il nostro, Mira) lo capisco sempre meno (ma forse perché davvero non capisco nulla, me lo dicon in tanti). Il tema caldo della settimana sarà Forte Poerio. Dopo aver letto numerosi articoli, e qualche post in altri blog, provo a riassumere qual è la mia posizione. Partendo da una critica. Serena, pacata ma comunque ferma: mi fa davvero specie che alcune delle forze politiche che, oggi, protestano contro questo intervento, siano le stesse che in Consiglio Comunale hanno condotto una battaglia per ottenere l'affissione del crocifisso. Scusate: ma a me le due cose sembrano un tantino in contraddizione. Ma forse perché non capisco niente (me lo dicon in tanti d'altra parte) A ciascuno, c'est vrai, la propria coscienza. Ma in cosa consiste questo progetto? Aproffittando di un bando governativo (cui hanno partecipato anche amministrazioni governate dal centrodestra) Mira (al pari di Venezia e Mirano, quest'ultimo però dopo il cambio di amministrazione pare non più intenzionata a proseguire) ha ottenuto un finanziamento (circa 450.000 euro) per realizzare una "casa - famiglia" (o "casa alloggio" o "albergo sociale" fate voi). Una quindicina di posti letto a disposizione di cittadini stranieri, regolarmente in possesso di permesso di soggiorno, lavorativamente occupati che non riescono a trovare alloggio. Provate a scorrere, in una qualsiasi rivista, gli annunci immobiliari: cominciano a comparire, anche nella nostra civilissima città, disponibilità di appartamenti in affitto non ad extracomunitari. E ha ragione don Dino Pistolato, direttore Caritas, ad avvertire che queste persone non possono lavorare in fabbrica di giorno e sparire la notte. Ed invece, in questo strano mondo, gli immigrati ci fanno comodo magari per svolgere mansioni che noi non vogliamo più fare (non è un caso che, ogni anno, si sollevano le proteste degli imprenditori perché le quote di ingresso nel nostro Paese sono insufficienti rispetto alle richieste). Ma forse son io che non capisco nulla (me lo dicono in tanti). Si tratta dunque di 20 posti letto, a pagamento e al massimo per tre mesi: giusto per permettere a queste persone (che non sono mmigrati, extracomunitari, persone di colore ma PERSONE) di trovare una sistemazione definitiva. Non solo: ma ciò permette all'amministrazione di partire anche col progetto di risistemazione complessiva dell'area che vorremmo trasformata in un parco a disposizione di tutti, ove sia possibile trascorrere qualche ora insieme magari cucinando anche una grigliata. Apriti cielo: nascono i comitati, si annunciano i referendum. Persino forze politiche cui ho sempre riconosciuto attenzione a queste tematiche, cavalcano l'onda post 14 aprile. Persino all'interno del PD (e questo mi fa girare gli zebedei)! E dire che fra i motivi della mia militanza nel centrosinistra vi era anche l'attenzione ai più deboli, agli ultimi, ai cittadini del mondo che giungono in questo nostro Paese spinti dalla fame, dalla guerra! Certo: in questo nostro Paese dobbiamo avere la certezza del diritto e della pena. Chi delinque - chiunque esso sia - va punito. E severamente. Ma chi arriva qui, accettando le nostre regole, perché deve subire anche questa sorta di ondata xenofoba? Andate a rileggervi le parole illuminanti del nostro presidente, Giorgio Napolitano. Oppure il libro di Gianantonio Stella, L'orda Quando gli albanesi eravamo noi. Boh... Probabilmente son io che non capisco nulla...e allora mi consolo tornando picenin (ma in realtà lo sono ancora, me lo dicono in tanti)....
Che la forza sia con voi.



4 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

« C'è una rivoluzione che dobbiamo fare se vogliamo sottrarci all'angoscia, ai conflitti e alle frustrazioni in cui siamo afferrati. Questa rivoluzione deve cominciare non con le teorie e le ideologie, ma con una radicale trasformazione della nostra mente »
(J. Krishnamurti, Di fronte alla vita)
M.

3 giugno 2008 alle ore 10:29  
Blogger Il sito di Davide ha detto...

Grazie Michele....questa riflessione credo sia utile non soltanto per questo argomento ma debba diventare obiettivo di tutti quelli che vivono di angoscie inesistenti, paranoie, perbenismi...
Che la forza sia con te (ed io so di quanta ne hai bisogno)

3 giugno 2008 alle ore 11:42  
Anonymous Anonimo ha detto...

Caro Davide, concordo pienamente sul tuo post riguardo Forte Poerio: ne ho
parlato recentemente anche con Margherita Gasparini e spero che, al più
presto, a partire dalla riunione informale di domani, anche alle Consulte
saranno consegnati tutti gli atti utili ad esprimere un parere informato
preliminare ad una adesione ed appoggio pubblici, in modo che mi auguro
pieno e convinto.
Un solo appunto: il progetto dell'amministrazione ovviamente non può
consistere semplicemente in una "risistemazione complessiva dell'area che
vorremmo trasformata in un parco a disposizione di tutti, ove sia possibile
trascorrere qualche ora insieme magari cucinando anche una grigliata".
Questo perché - come tu ben sai - il programma con cui ci si è presentati
alle elezioni dice qualcosa di più, se non cose diverse: e soprattutto
perché da anni le associazioni miresi (attraverso il GAFP) si sono impegnate
in progetti per un impiego del forte a fini giovanili e sociali (a partire
dalle esperienze estive di fruizione già maturate negli anni scorsi),
arenatisi soprattutto per la cronica mancanza di fondi, che - speriamo -
questo finanzìiamento potrà in parte far superare. Tieni conto (ma queste
cose le sai bene...) che, ad Oriago, uno spazio associaizonistico (specie
per giovani: escludo infatti il centro anziani di via lago di Misurina)
ancora non esiste, e la location migliore (tramontata purtroppo la
possibilità di utilizzo di alcune sale nella rinnovata Biblioteca comunale)
a questo punto pare proprio quella del Forte (non so se tu vedi qualche
alternativa).

Complimenti, comunque, per la tua posizione pubblica, tanto più, come tu
scrivi, in momenti in cui - anche all'interno del PD- cominciano a circolare
discorsi e considerazioni non in linea con i nostri valori politici
fondanti.
A presto,
Nico

3 giugno 2008 alle ore 12:07  
Blogger Unknown ha detto...

Caro Davide, bella serata, e bel dopo serata a fine della prima edizione di raixe in scarsea!
Ma la questione di Forte Poerio ci riporta al centro del fatto che progettare cultura significa tanto spesso cercare "un altro sguardo".
Non si può dare nulla per scontato, non ci si può mai accontentare, non ci si possono sentire le spalle coperte.
Concordo con le tue affermazioni etiche, concordo con l'idea che a Mira abbiamo bisogno di dare respiro ad una idea di sistema tra le realtà associative, come abbiamo bisogno di luoghi di eccellenza come il teatro Villa dei Leoni e la sua programmazione di respiro regionale.

Microcosmo e macrocosmo sono immagine uno dell'altro, ed è stupido fare graduatorie, pensare a serie A e serie B.

Se cresce la cultura locale è grazie alla crescita delle realtà di base ed alla continua relazione con stimoli di eccellenza provenienti dall'esterno.

Augh. Ho detto.

Carlo

PS
http://it.youtube.com/watch?v=mzPepEwUUBg

E' il link ad alcuni estratti dello spettacolo dell'altra sera, Strada Carrara di Titino Carrara per la regia di Laura Curino.

3 giugno 2008 alle ore 14:32  

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