giovedì 16 aprile 2009

BECCATO!!!!!!!




Mi spiace molto ma a me Beep beep è sempre stato sulle scatole. Perché mi fa tornare in mente quei compagni di scuola (ne ho avuti pure io, azz...ma per fortuna erano in minoranza) saputelli, saccenti. Quelli da "primo banco", quelli del "le so tutte io" ma anche quelli del "Prof. lui copia" (quanto li ho odiati 'sti spioni). Li avrete incontrati anche voi (e se invece VOI SIETE I SAPUTELLI andate a leggervi il blog di qualcun'altro, please) immagino. Quelli che dicono no a qualunque proposta, a qualunque tipo di cazzeggiamento. Quelli che, in gita scolastica, si sedevano immancabilmente davanti perché, poverini, a loro il pullmann faceva la bua. Mentre noi ci fiondavamo nelle ultime fila. Insomma, lo ammetto: io odio Beep beep. Lo odio di un odio profondo, sincero, autentico.

Ma oggi sono felice. Sì felice...Guardate un po' qua:







Non ci credete neanche voi, eh? Ed invece sì. Finalmente il nostro Willy gliel'ha fatta a beccarlo 'sta specie di struzzo (che in realtà ha un nome orrendo: Geococcyx californianus), brutto, spennacchiato e pure magro come un chiodo....



Che la forza sia con te Willy (e con tutti noi che siamo come te...)



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2 Commenti:

Blogger Stefano Patron ha detto...

C'è perdono per i saputelli pentiti? Io ero uno dei peggiori. Svolgevo con entusiasmo il ruolo di primo della classe con mansioni di delatore. Devo confessare poi che alle funzioni ufficiali aggiungevo una stronzaggine tutta personale. Roba del tipo "Si maestro è stato Carlo (a fare chissà quale innocua stupidaggine) ma lo perdoni". Poi in terza elementare abbiamo recitato la passione di Cristo e tutto è cambiato. Io, inutile dirlo, ero proprio Gesù. Per tutta la recita le cose sono andate pittosto bene. Il solo episodio che avrebbe dovuto far presagire la tragedia (vera!) era stato l'entusiasmo con cui il popolo di Gerusalemme (tutti i miei compagni di classe) aveva risposto alla domanda di Ponzio Pilato (Gianni Gaeo) "cosa devo farne di questo giusto?". Oltre al"crucifigge" previsto dal copione diversi compagni infatti hanno aggiunto note esplicative del tipo "Masséo = uccidetelo", "Deghe na carga de egnae"; e altre indicazioni di questo tipo, poco filologiche ma molto espressive. Insomma si arriva alla crocefissione. La croce era un pregevole manufatto che io e Giuda (Patrissio Calsavara) avevamo realizzato con l'aiuto dei rispettivi genitori. La pesante croce di legno era appoggiata alla lavagna e a quella io venni legato saldamente. A dire il vero molti compagni si erano generosamente offerti di portare da casa chiodi adatti alla bisogna, ma il maestro (il bravo Spada Mario) aveva preferito un fissaggio meno cruento. Insomma arriviamo alla fine della recita. Le parole del narratore sono rimaste indelebili nella mia memoria "...e chinato il capo spirò." Io ho chinato il capo. La pesante croce di legno a cui ero legato si è sbilanciata in avanti e lentamente ma inesorabilmente ha cominciato a lasciare l'appoggio della lavagna e a precipitare verso il pavimento. Il mio grido stridulo poco si addattava alla recitazione enfatica che avevo avuto fino ad allora. Ma la scena finale mandò in visibilio il pubblico (tutto il popolo di Gerusalemme alias i miei compagni di classe). Tutti si misero ad applaudire e a chiedere il bis. Un vero trionfo. Devo dire che da allora il mio atteggiamento nei confronti dei miei compagni, nei confronti del teatro e nei confronti della religione cominciò a cambiare radicalmente.

17 aprile 2009 alle ore 13:42  
Blogger Il sito di Davide ha detto...

Certo che ti perdono Stefano..anche perché diciamocela tutta...noi svogliati, ignorantelli, pigri in realtà - sotto la nostra cattiveria - abbiamo sempre provato una insana invidia per i saputelli....

17 aprile 2009 alle ore 16:45  

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