TRA PALCO E REALTA'
Ieri sera a Borbiago, nel preziosissimo oratorio recentissimamente restaurato dai proprietari (Gabriella e Michele), si è svolto un concerto interamente dedicato alla canzone popolare georgiana. Concerto suggestivo, fascinoso là dove l'oggettiva "impossibilità" di comprenderne i testi veniva sublimata, annullata, dagli arrangiamenti, dalla musica nella consapevolezza che davvero oramai il problema non è tanto la multiculturalità ma la capacità di comprendere che la cultura unisce i popoli (ed è stato davvero suggestivo vedere una georgiana dirigere il piccolo coro impegnato in una canzone russa). Ne parlo perché, per uno di quei strani scherzi (atroci in questo caso) del destino, giusto ieri è morto Ivan Della Mea, anarchico poeta della canzone popolare che è (anche) canzone di protesta, di denuncia e allora quel concerto è stato un modo per ricordarlo:
O cara mogle stasera ti prego dì a mio figlio che vada a dormire/
perché le cose che ho da dire/
non son cose che deve sentir/
Proprio stamane là sul lavoro/
con il sorriso del caposezione/
mi è arrivata la liquidazione/
m'han licenziato senza pietà
e la ragione è perché ho scioperato
(Cara moglie, Ivan Della Mea)
E dunque, al solito...addio maestro e ti sia lieve la terra.
Tra palco e realtà titolo questo post .....
Da Il Corriere della Sera di oggi:
L’ex vicepremier: nel nostro programma più slancio all’integrazione
«No al Pd con i socialisti a Strasburgo Lanciamo noi il Gruppo Europeista»
Rutelli: voterò contro la scelta del segretario. Andarmene se nulla cambia? Vedremo
Domani lei, Francesco Rutelli, parteciperà al «caminetto» dei dirigenti «storici» del Partito democratico.
«Discuteremo l’accordo siglato a Bruxelles da Franceschini: il Pd entra nel gruppo socialista europeo, che non si chiamerà più Pse, ma Alleanza tra socialisti e democratici, Asde. Mercoledì è prevista la ratifica a Bruxelles e il 26 giugno in Direzione ».
Perché dirà no?
«La scelta simbolica di far entrare il Pd nella casa socialista in Europa è un errore capitale».
La maggioranza degli elettori non si scalda per questo.
«La collocazione in Europa di per sé non ha un’importanza fondamentale. Il problema è la scelta politica: significa buttare a mare tutta la novità e la singolarità del Pd».
Che sarebbe?
«Una scommessa decisiva e difficile: di fronte alla crisi delle sinistre creare un nuovo riformismo popolare, cogliere il meglio delle tradizioni antiche (socialista, cattolico-democratica, liberale), interpretare i nuovi filoni dell’ecologia e dei diritti civili senza farne nuovi fondamentalismi ».
Tutto ciò è in contraddizione con il Pse?
«I socialisti sono i più in crisi a livello internazionale. Non solo per i pessimi risultati elettorali, ma perché, di fronte ai successi conservatori, puntano in prevalenza su una confusa critica dell’economia di mercato. Inoltre, mostrano una certa 'eurofiacchezza'».
Allora, cosa propone?
«La creazione di un Gruppo Europeista, contraltare di quello conservatore anti-europeo. Con un rapporto privilegiato con i socialisti».
E quale programma?
«Nuovo slancio all’integrazione europea, che per l’Italia è un interesse primario. Ed economia sociale di mercato».
Più in dettaglio?
«Massiccio investimento su ricerca, tecnologie, infrastrutture; nuove regole per uscire dalla crisi economica, come quelle indicate da Mario Monti; leadership su ambiente e cambiamenti climatici; creazione di una Comunità europea dell’energia; avvio dell’esercito europeo; nessun accordo con i conservatori per la rielezione di Barroso e per la presidenza del Parlamento».
Non restereste troppo isolati?
«Forza Italia quando entrò nel Parlamento europeo fece gruppo da sola. An non ha avuto 'casa' per 15 anni. Il Pd, partito nuovo, può entrare in Europa anche con un gruppo piccolo e coerente. Per costruire un ponte tra socialisti, liberali, cattolici e verdi riformisti».
Ma questo non può proprio avvenire nel nuovo gruppo socialista, l’Asde?
«In pochi mesi nel linguaggio comune saremo chiamati 'i socialdemocratici', e gli eletti ex Margherita saranno assorbiti tra i socialisti. Diventerebbe impossibile rifiutare in Italia la semplificazione: 'Pd uguale sinistra'».
Se il «caminetto» approva l’Asde, lei che farà?
«Vedremo. Confido che non sarò solo, domani».
Ma se andrà come vuole Franceschini, sarà possibile anche l’uscita dal Pd?
«Io conduco la mia battaglia dentro al partito. Certo, se il Pd si connota a sinistra si chiude ogni strada di crescita».
Arriverà presto anche il congresso.
«La candidatura di Bersani, e l’appoggio di Enrico Letta con l’intervista al Corriere, ha aperto in anticipo la corsa».
Ci sono altri candidati in lista d’attesa. Alcuni hanno lavorato al suo fianco: Realacci, Paola Binetti...
«Realacci mi pare abbia posto giustamente la questione del profilo 'verde'. Sui nomi capiremo tutto entro fine luglio».
Ci sarà anche il segretario Franceschini?
«Non faccio previsioni su questo ».
Ogni tanto lei riparla di Margherita. Non c’è stata la fusione nel nuovo partito?
«La fusione c’è stata e non si torna indietro. Guai però a disperdere un patrimonio. Negli ultimi 6-7 anni, in Europa, ho collaborato con liberali, moderati ed europeisti che hanno rifiutato l’accordo con le destre e con Berlusconi. Franceschini purtroppo non ha incontrato Watson, Bayrou, Verhofstadt e neppure Cohn-Bendit. Vogliamo gettare via tutto il lavoro, l’esperienza del Partito Democratico Europeo?».
Franceschini dovrebbe essere sensibile a questi temi.
«Dico solo che una parte del Pd — ex Ds — ha lavorato per lasciare in campo una sola opzione: l’accordo con i socialisti. E chi ha guidato il partito per quasi due anni, assorbito da altre grane, non ha fatto nulla per presentare in Europa e nel mondo la peculiarità del Pd».
Gli ex Margherita a Bruxelles hanno approvato l’accordo siglato da Franceschini.
«Per evitare la rottura. Ripeto: io sono per un Gruppo Europeista basato sui 21 nuovi deputati europei del Pd».
D’Alema ieri ha parlato di scosse possibili in Italia...
«Le uniche scosse che vedo riguardano l’economia. Non vedo, purtroppo, scosse politiche. Punti di crisi del centrodestra, Lega al Nord e Lombardo in Sicilia, rappresentano — per ora — crisi di abbondanza ».
Che la forza sia con voi!
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