TERMINATOR?
Da Il Corriere della Sera:
La scure di Schwarzenegger sull’università di Padova
PADOVA – Conan il barbaro se l'è presa con il Bo. Ma questo non è un film che fa divertire. Il problema, anzi, è serio. Arnold Schwarzenegger, governatore della California, stretto da una crisi di bilancio senza precedenti, ha deciso di tagliare i fondi per l'istruzione universitaria. Ben 13 milioni di euro. E tra le prime realtà a cadere sotto la scure è finito proprio lo storico «Centro Studi » padovano della University of California: un'istituzione dove dal 1963, anno in cui il rettore Guido Ferro stipulò la convenzione con l'ateneo americano (in realtà un sistema complesso, composto da dieci campus), sono transitati migliaia di studenti, italiani e statunitensi.
Licenziamenti Il primo aprile le quattro dipendenti del Centro – Bonnie Ponthier, Elisabetta Convento, Raffaella Capanna e Margharet Tiso – hanno ricevuto la spiacevole sorpresa della lettera di licenziamento. Qualche settimana prima, intuendo l'aria di crisi e le intenzioni del governo di Sacramento, loro stesse avevano proposto di decurtarsi lo stipendio, ma non c'è stato nulla da fare. Bonnie, Elisabetta e Raffaella smetteranno a giugno; Maggie, invece, rimarrà da sola fino a febbraio, quando il Centro, che ha sede nella centralissima via Oberdan e per il quale l'Università di Padova paga l'affitto mensile, dovrebbe serrare definitivamente i battenti.
Programma addio Nelle forbici del Governator - crasi di Governor e Terminetor, molto usata negli States - non è finito tuttavia solo il «Centro Studi». Pure il «Programma», ossia l'accordo di scambio che consente anche agli studenti italiani di recarsi nei campus californiani - da Berkeley a Santa Cruz - subirà un forte ridimensionamento: terminerà nel 2012, come prevede la convenzione, ma poi non sarà rinnovato per intero e molti flussi verranno dirottati a Bologna. Il fatto rappresenterebbe una perdita enorme per Padova, che già soffre di una sorta di crisi di identità a livello internazionale. Si pensi che solo l'ultimo anno sono stati ben 75 i ragazzi americani che, attraverso il «Programma », hanno studiato al Bo. Mentre sono 56 quelli padovani spediti in California.
Le contromisure Ieri mattina al Bo il Magnifico Vincenzo Milanesi, assieme al professor Carlo Someda, delegato del rettore per i rapporti con il mondo anglosassone e alla professoressa Marina Pianca, direttrice del Centro studi di Padova e di Bologna, hanno reso pubbliche le controproposte presentate dall'ateneo patavino alla University of California, affinché non lasci definitivamente la città. L'idea per il «Centro Studi » è quella di gestirlo attraverso la creazione di un consorzio di università internazionali (tra cui, pare, alcune sudamericane), in modo da alleggerire la spesa. Per il «Programma», invece, si pensa ad una duplice direzione. «Vogliamo istituire due corsi che possano attrarre gli studenti dagli Stati Uniti - ha detto il professor Someda - . L'uno chiamato “Certificate Program”, con un offerta varia mirata alla qualità, il secondo detto “Academic Internschip Program”, con il quale vorremo portare 10, 15 studenti americani direttamente nei dipartimenti a fare ricerca ». Basterà per convincere l'implacabile Schwarzenegger?
Licenziamenti Il primo aprile le quattro dipendenti del Centro – Bonnie Ponthier, Elisabetta Convento, Raffaella Capanna e Margharet Tiso – hanno ricevuto la spiacevole sorpresa della lettera di licenziamento. Qualche settimana prima, intuendo l'aria di crisi e le intenzioni del governo di Sacramento, loro stesse avevano proposto di decurtarsi lo stipendio, ma non c'è stato nulla da fare. Bonnie, Elisabetta e Raffaella smetteranno a giugno; Maggie, invece, rimarrà da sola fino a febbraio, quando il Centro, che ha sede nella centralissima via Oberdan e per il quale l'Università di Padova paga l'affitto mensile, dovrebbe serrare definitivamente i battenti.
Programma addio Nelle forbici del Governator - crasi di Governor e Terminetor, molto usata negli States - non è finito tuttavia solo il «Centro Studi». Pure il «Programma», ossia l'accordo di scambio che consente anche agli studenti italiani di recarsi nei campus californiani - da Berkeley a Santa Cruz - subirà un forte ridimensionamento: terminerà nel 2012, come prevede la convenzione, ma poi non sarà rinnovato per intero e molti flussi verranno dirottati a Bologna. Il fatto rappresenterebbe una perdita enorme per Padova, che già soffre di una sorta di crisi di identità a livello internazionale. Si pensi che solo l'ultimo anno sono stati ben 75 i ragazzi americani che, attraverso il «Programma », hanno studiato al Bo. Mentre sono 56 quelli padovani spediti in California.
Le contromisure Ieri mattina al Bo il Magnifico Vincenzo Milanesi, assieme al professor Carlo Someda, delegato del rettore per i rapporti con il mondo anglosassone e alla professoressa Marina Pianca, direttrice del Centro studi di Padova e di Bologna, hanno reso pubbliche le controproposte presentate dall'ateneo patavino alla University of California, affinché non lasci definitivamente la città. L'idea per il «Centro Studi » è quella di gestirlo attraverso la creazione di un consorzio di università internazionali (tra cui, pare, alcune sudamericane), in modo da alleggerire la spesa. Per il «Programma», invece, si pensa ad una duplice direzione. «Vogliamo istituire due corsi che possano attrarre gli studenti dagli Stati Uniti - ha detto il professor Someda - . L'uno chiamato “Certificate Program”, con un offerta varia mirata alla qualità, il secondo detto “Academic Internschip Program”, con il quale vorremo portare 10, 15 studenti americani direttamente nei dipartimenti a fare ricerca ». Basterà per convincere l'implacabile Schwarzenegger?
Che la forza sia con voi!
Etichette: SOCIETA
0 Commenti:
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page