mercoledì 13 maggio 2009

VETTE



Di lui Messner con tipica semplicità montanara ebbe a dire soltanto: cuore e polmoni, fu l'ultimo eroe. E sarà anche vero (come ebbe modo di dimostrare al termine di una complicatissima e lunga indagine la commissione di inchiesta appositamente costituita dal CAI) che il 31 luglio del 1954 lui, insieme a Lino Lacedelli, in vetta al K2 ci arrivarono usando bombole e maschere (e dunque acclarando la verità storica da sempre sostenuta da Walter Bonatti; dichiarò l'Achille: "il K2 non l'hanno conquistato Compagnoni e Lacedelli . L'ha conquistato una piramide umana di persone che col lavoro di mesi ha reso possibile il raggiungimento dell'obiettivo") ma intanto l'Achille è stato il primo a toccare quota 8611 metri lungo la via "normale" che poi in pochissimi tentarono stante la sua enorme difficoltà e pericolosità (il K2 è tutto, ma proprio tutto, difficile; basti pensare che dal 1954 ad oggi solo 285 uomini e 11 donne sono saliti fino in vetta e ben 31 di questi sono morti scendendone). E per chi va in montagna, con cuore e passione, con senso di libertà ma anche amore profondo, il K2 non è "solo" la seconda montagna più alta del mondo ma è, molto più semplicemente, "la vetta": quella che quando raggiungi puoi dirti nell'Olimpo degli eroi, degli dei, di coloro ai quali davvero tutto, ma proprio tutto, ora è permesso. Anche di morire in un letto d'ospedale a 94 anni come toccato in sorte all'Achille (Compagnoni va aggiunto, ma quando si parla di montagna lui è semplicemente l'Achille) che se ne è andato l'altra notte ad Aosta per via di alcuni malanni che da tempo si trascinava dietro. Ciao Maestro e se sei già salito sul tuo amato Cervino continua a guardarci con quei tuoi occhi che ridevano delle nostre miserie umane.

Quando senti che tutto sta per finire se sei un uomo probabilmente ti disperi, se sei un poeta riesci a fare questo:





Che la forza sia con voi!

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