venerdì 17 aprile 2009

SERATA






Ci sono delle serate assolutamente particolari. Sono quelle in cui la causalità di un incontro, l'emozione di un ricordo ti riempiono il cuore e ti lasciano lì, basito, quasi incapace di alzarti dal posto ove ti trovi. E provi quasi vergogna nello scoprire che saggio è colui che sa dire le cose con semplicità. Così è capitato a me ieri sera nel "nostro" Teatro di Villa dei Leoni quando, grazie all'infaticabile opera dell'amico Ugo (Scortegagna), membro del Comitato Scientifico del Club Alpino Italiano, almeno 200 persone hanno potuto compiere un viaggio straordinario intorno al "pianeta" Mario Rigoni Stern a poco meno di un anno dalla sua scomparsa. E a farci da guida lungo questo viaggio è stato un asiaghese come lui, Gianantonio Stella (con degli inserti musicali e recitativi davvero mirabili ad opera di Luigi Pozza e Moira Mion)


Fra le tante cose che Stella ha ricordato di questo montanaro forte, composto, saldo come una roccia, umile ma bello come lo sono i fiori del tarassaco, vi è stata una frase che molto mi ha colpito e confidata dall'autore de Il sergente della neve a Paolo Rumiz:


Son tornato vivo da una guerra. Ho avuto una buona moglie e bravi figli. Ho scritto libri. Ho fatto legna. Me basta e vanza. ‘Desso posso morir in pase


Condensare la vita in nemmeno 30 parole. Ma non perché fu vita banale, vuota. Anzi: condensare la vita in 30 parole perché quelle 30 parole contengono il fine ultimo dell'esistenza: la semplcità degli affetti, la dedizione al proprio dovere quotidiano, l'essere natura che alla natura torna.

Ciao Mario, spero di salire presto in cima all'Ortigara (foto) e da lì salutarti...




Che la forza sia con voi.

Etichette:

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page