venerdì 22 maggio 2009

LA FORZA DELLE IDEE

Sono distante, anni luce, da molte delle battaglie, che riconosco comunque civilissime, e dei metodi seguiti per combatterle che hanno caratterizzato la vita di Marco Pannella. E però a lui ho, da sempre, riconosciuto il merito di essere non solo coerente con le proprie idee ma anche disposto a difenderle sino alle estreme conseguenze. E dunque ha assolutamente ragione Antonio Macaluso che, oggi, ne Il Corriere scrive:
Questa volta è diverso. È come se in molti, molti ma forse non ancora abbastanza, fosse davvero scattata l'idea, la paura, che Marco Pannella si sia spinto su un campo di battaglia che potrebbe essergli fatale. Come se le sabbie mobili dell'indifferenza o del già visto possano inghiottire questo pur astuto e navigato leader politico, illudendolo che alla fine qualcuno troverà il modo di fargli sospendere l'ennesimo sciopero della fame e, soprattutto, della sete. Di salvargli la pelle.E allora, proprio questo bisogna fare, salvargli la vita. Una Paese che si dice civile, democratico, non può lasciare che un vecchio combattente, un pezzo pregiato della sua storia repubblicana, venga lasciato solo proprio nel momento in cui l'età e gli acciacchi lo rendono più vulnerabile.Non ci vuole poi una gran quantità di coscienza individuale e collettiva per ammettere che la sua battaglia, quella per un'adeguata visibilità televisiva del suo movimento, poggia su delle verità. Alcuni diranno, come sempre quando Pannella smette di mangiare e di bere, che il governo, le istituzioni non possono «cedere al ricatto» perché «lui non è diverso dagli altri».A questi sacerdoti del rigore ci permettiamo di ricordare quante — tante — volte le battaglie di Pannella sono state battaglie di molti, per molti, in qualche caso per tutti.Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, quello della Camera Gianfranco Fini e molti altri, si sono spesi ieri per dare un segnale inequivocabile al leader radicale.Nell'altalenante e mai formale rapporto che con Pannella ha sempre avuto, ci piacerebbe ora che il presidente del Consiglio ci spiazzasse con un gesto d’affetto. Bello ma, questa volta sì, formale
Che la forza sia con voi.


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