giovedì 15 ottobre 2009

IMMORTALITA




Dal TGcom:




ROMA - Lutto nel mondo dell'alpinismo: è morto Roby Piantoni, 32 anni di Colere (Bergamo), impegnato in una spedizione in Tibet sullo Shisha Pangma (Gosainthan), la quattordicesima montagna più alta della terra: 8.027 metri. Non si hanno certezze sulla dinamica dell'incidente. Le ultime notizie dell'alpinista risalgono a martedì, quando sul suo sito Roby Piantoni annunciava con rabbia di essersi dovuto ritirare a causa del forte vento. Anche il padre del ragazzo era morto durante una scalata. Il giovane era tra i migliori alpinisti emergenti della scuola orobica, uno dei pochi in grado di affrontare un ottomila (in tutto il mondo ce ne sono 14 e il Shisha Pangma è il più basso, ma non per questo il più facile). Roby voleva aprire una nuova via sulla parete della montagna himalayana (che sorge in territorio cinese) detta anche Gosainthan. Il rientro era previsto per fine ottobre. Sulla tragedia ancora si sa molto poco. Roby Piantoni era partito con altri due alpinisti bergamaschi, Marco Astori e Yuri Parimbelli a metà settembre: con loro anche il collega valtellinese Adriano Greco. I quattro volevano scalare la parete Sud considerata molto difficile sia dal punto di vista tecnico che climatico e ambientale. Anche il papà di Roby Piantoni, Livio, aveva perso la vita in montagna: era infatti morto durante una spedizione in Sud America. Dal sito. "Non ho molto da dire - scriveva sul suo sito il giovane alpinista - più bello è sicuramente vivere delle esperienze, e raccontarle poi con tranquillità e amicizia a persone che capiscono guardando i tuoi occhi le sensazioni che provi". Pensieri di un ragazzo che pensa al futuro in cui vedeva "Molti altri sogni infantili da realizzare". Sogni finiti sulla parete di colosso himalayano.


Dal suo sito:

ora che sono diventato "io grande" l'unico modo per essere davvero contento, davvero soddisfatto e davvero appagato è dare delle soddisfazioni al bambino che ero alcuni anni fa. Con il passare del tempo mi accorgo che non si trattava solo di un sogno, di una salita ad un 8000 o che altro, ma di una cosa più complessa e duratura, di una ricerca di uno stile di vita sognato da piccolo, di una specie di equilibrio, di un'armonia tra me, l'ambiente e gli altri. A volte questo benessere mi sembra di averlo trovato, ma in realtà si tratta di una continua ricerca di tale situazione e come a tutti, mi capitano ancora degli alti e bassi che continuano a ripetersi (...) Sono ancora in cammino per non deludere l' "io piccolo", cerco il mio spazio in montagna e in tutti quelli che mi seguono o che mi seguiranno, cercando di contagiare tutti, facendo ammalare di montagna quelli che conosco...




Che la forza sia con voi!


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