mercoledì 26 maggio 2010

K2

Ognuno di noi ha un proprio immaginario individuale, fatto di credenze, convinzioni, preconcetti frutto di esperienze, letture sparse, confronti. Io, per me, son sempre stato convinto che il Monte Godwin-Austen o ChogoRi - altrimenti conosciuto come K2 - fosse in assoluto l'8000 (8611 per la precisione) più difficile da scalare in assoluto. Molto più difficile dell'Everest. Questo per via della sua collocazione geografica (spostato di 8° rispetto all'Everest) che se lo "protegge"dai monsoni nel contempo lo apre ad una estrema variabilità metereologica. Poi perché i suoi versanti sono ripidissimi specialmente verso la vetta. Infine per la pochezza assoluta di punti ove è possibile allestire un campo. Lo testimonia anche il fatto che meno di 300 alpinisti lo hanno scalato e 66 (quasi uno ogni 4!) vi hanno perso la vita. Questo era il mio immaginario. Fino a quando ho incontrato Francesco Santon, di Fiesso d'Artico, geometra come si presenta lui stesso. Ma soprattutto uno dei più grandi alpinisti italiani viventi. Uno che ha un curriculum straordinario ove spicca l'essere stato - nel 1983 - capo della prima spedizione italiana ed occidentale a salire il K2 lungo lo spigolo Nord, nel versante cinese. Al maestro (come l'ho chiamato e come chiamo pochissime altre persone usando il significato etimologico della parola, magister) ho chiesto cosa renda così difficile il K2. E la risposta che mi ha dato mi è rimasta impressa: se mi chiedi se il K2 è in assoluto la montagna più difficile da scalare allora ti dico di no. Certo, ho pensato, c'è pure l'Annapurna (massiccio che detiene il più alto numero di alpinisti morti) che Santon ha scalato, come capospedizione, nel 1977. Ed invece il Maestro quasi anticipando l'obiezione ha aggiunto: non c'è una montagna facile, non c'è differenza tra una montagna delle Dolomiti e il K2 in tutti i casi ci vuole esperienza, abilità e anche fortuna. Ma soprattutto la capacità di saper fermarsi anche se mancano 50 metri alla cima.
Scrive il Maestro: Ho capito che un uomo non vale più di un altro perché ha salito un ottomila; è soltanto più fortuinato perché è riuscito a realizzare una cosa che ha scelto di fare nella sua vita.
Che la forza sia con voi!
P.S.: piccola "soddisfazione" personale...al temrine dell'incontro ho scoperto che, come me, anche al Maestro piacciono di più lòe Dolomiti bellunesi di quelle ertane....

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