domenica 20 giugno 2010

UN MONDO ALLA ROVESCIA

Dal sito delle Comunità Cristiane di Base (intervento di Leo Piacentini)

Ci sono oggi due temi di cui si dibatte diffusamente: uno è il disegno di legge sulle intercettazioni, al centro del dibattito politico, l’altro è la pedofilia nell’ambito del clero che è al centro dell’attenzione soprattutto della gerarchia cattolica.



Per strano che possa sembrare mi pare di intravedere un elemento in comune tra le due cose.



Da una parte abbiamo la maggioranza che governa il nostro (sfortunato) paese che sta portando a compimento (salve per ora imprevedibili ripensamenti, in quanto il testo approvato dal Senato è stato dichiarato “blindato”) l’iter del disegno di legge sulle intercettazioni. La cui ragione formale è la difesa della privacy ed il cui intento reale è, ad avviso di molti, quello di chiudere un cerchio che, dopo le svariate leggi ad personam per garantire l’impunità a chi sappiamo, raggiunga lo scopo di porre dei limiti irragionevoli al controllo di legalità da parte dell’autorità giudiziaria e di impedire di dare informazioni ai cittadini per evitare ogni controllo da parte dell’opinione pubblica. In due parole: l’obiettivo della maggioranza sembra quello di oscurare la verità (probabilmente, così par di capire, per proteggere ancora i soliti noti da probabili intercettazioni compromettenti).



Dall’altra parte abbiamo una gerarchia cattolica che più o meno da sempre ha raccomandato, ed a volte quasi imposto, di nascondere la verità riguardo agli scandali sessuali in genere del clero (“nisi caste, saltem caute” mi pare sia stata la raccomandazione ufficiosa in riguardo: se non ce la fai ad essere casto, almeno non ti fare scoprire) ed in particolare nei confronti del reato di pedofilia.



In queste ultime settimane sono venute però dalla suprema autorità cattolica parole molto chiare sulla necessità di fare pulizia nei confronti del clero pedofilo, con chiara indicazione di obbligo di denuncia all’autorità giudiziaria civile. Viene quindi ristabilito il principio (mai negato in teoria ma ignorato nella pratica) che si deve proclamare la verità, anche quando fa male.



Forse è pretestuoso voler vedere un rapporto tra le due cose. Però si tratta di una stranezza che può far apparire un “mondo alla rovescia”: uno stato laico e democratico, l’Italia, che intende consapevolmente oscurare la verità ed impedirne la diffusione; una monarchia assoluta, teocratica e fondamentalista, il Vaticano o il papato, che impone di aprire gli armadi dove la verità sul clero pedofilo è stata finora sepolta.



Non ho nessuna conclusione da trarre. Lo scopo era quello di sottolineare una anomalia. Ma posso fare un auspicio: non mi illudo che l’atteggiamento del Vaticano sul clero pedofilo faccia presagire chissà quali aperture su altri campi, ma vorrei poter sperare che la maggioranza che ci governa dia prova, per una volta, di possedere quel senso dello stato che è alla base del vivere democratico e che il disegno di legge approvato dal Senato sembra voler seppellire.


Che la forza sia con voi!

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