mercoledì 18 agosto 2010

L'OTTAVO PRESIDENTE

E dunque il Picconatore, Externator (solo alcuni dei nomignogli affibiatigli negli anni) se n'è andato. E lo ha fatto coerente con quello stile dirompente che aveva inaugurato negli ultimi due anni di Presidenza della Repubblica (dove fu eletto "giovanissimo" tenuto conto dell'età media degli inquilini del Quirinale): niente esequie solenni, niente presenza di autorità nella chiesa di San Giuseppe nella sua tanto amata Sassari. Francesco Cossiga è morto ed oggi tutti, ma proprio tutti, si sperticano in lacrimevoli parole di cordoglio. Eppure sono gli stessi che avevano provato persino la strada dell'impeachment contro quel Presidente canuto e malato di vitiligine (capelli bianchi e macchie sulla pelle gli comparvero subito dopo l'assassinio di Moro avvenuto quand'egli era Ministro dell'Interno come da tradizione storica del nostro Paese che per decenni ha visto occupato il Viminale da esponenti della DC) che, nel 1989, caduto il Muro di Berlino iniziò ad esternare su tutti e tutto. Folle?Pazzo? No. Semplicemente....uomo politico. Ed in quanto tale dotato di una lungimiranza e di una capacità di analisi talmente profondio da fargli intuire che quella svolta epocale avrebbe, di fatto, minato alla radice il sistema politico italiano; da  fargli comprendere che proprio la caduta del muro avrebbe dovuto deifnitivamente portare, anche in Italia, alla fine dell'ostracismo verso il PCI come possibile forza di governo. E non è un caso che, dopo la caduta di Prodi, Cossiga (Kossiga con le due "s" scritte in carattere runico lo chiamavano i brigatisti per i quali era il "nemico numero 1" salvo poi riconoscere che fu anche l'unico ed il solo a riconoscerli come avversari politici) molto si adoprò per far nascere il governo D'Alema quasi che, in questo, vedesse compiersi un progetto coltivato dal suo grande maestro, Aldo Moro. Quell'Aldo Moro di cui egli, 25 anni dopo l'assassinio, si assunse la responsabilità della morte, giungendo - finalmente! - ad ammettere che le le lettere dalla prigionia scritte dal leader democristiano non erano "moralmente false" (come invece furono bollate all'indomani della loro diffusione da Andreotti e dallo stesso Cossiga) ma autentiche.In un Paese in cui, ancora oggi, il segreto di Stato avvolge alcuni fra i più gravi misteri (Ustica, Piazza Fontana, i retroscena autentici del sequestro prima e dell'uccisione proprio di Aldo Moro) che andrebbero finalmente disvelati, saranno (forse) gli storici (e per questo io amo la storia!), tra qualche anno, a dipanare la complessa personalità di questo sardo, cugino di Berlinguer, collezionista di militaria e di oggetti informatici, amante della Scozia e di Sant'Agostino, perfetto padrone della lingua tedesca. Certo: aver occupato, per più di 50 anni, alcuni dei più importanti ruoli istituzionali non può che influire sul "giudizio" complessivo. Cossiga non è stato solo il picconatore (e, diciamocelo con franchezza, spesso le sue esternazioni superavano abbondantemente i confini costituzionali), l'antesignano fautore del Presidenzialismo, l'autore di giudizi tranchant ma anche l'uomo capace di chiedere scusa per gli errori di valutazione (come quello di chiamare spregiamente "giudice ragazzino", Rosario Livatino che - pochi mesi dopo - fu ucciso dalla Mafia e sul quale Nando Dalla Chiesa scrisse la bellissima biografia intitolata per l'appunto Il Giudice ragazzino, Einaudi, 1992; Cossiga scrisse alla famiglia una bellissima lettera). E' stato, certo, anche questo. Ma non solo. Gladio, P2, Giorgiana Masi (assassinata durante un corteo ), la vicenda Moro, Marco Donat Cattin (esponente dell'organizzazione terroristica Prima linea e figlio di Carlo, storico esponente DC; molti videro in questa vicernda, l'idea originaria che spinse Dino Risi a girare, nel 1979, il bellissimo Caro papà) sono solo alcuni dei capitoli che intrecciano la vita di Francesco Cossiga. E che egli non ha mai voluto svelare. Con ciò contribuendo a non rendere - purtroppo - il nostro paese ciò che si merita più di ogni altra cosa, l'essere un paese normale.
Che la forza sia con voi!

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