SULLA COSTITUZIONE
C'è un che di irriguardoso ed irrispettoso - io credo - nel definire formalismi le norme e i principi della nostra Costituzione. Una Costituzione che ancorché debba necessariamente essere aggiornata è probabilmente una delle migliori costituzioni al mondo. Come si fa a definire formalistico (sebbene in senso lato) un principio contenuto in una Carta su cui giura il Presidente del Consiglio dei Ministri il quale, davanti al presidente della Repubblica, giura di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della nazione ?
Quella che si aprirà a settembre sarà una crisi di governo estremamente pericolosa. Perché, per essere consumata (al di là del risultato finale), abbisognerà di tempi lunghi, lunghissimi. Nessuno, ad oggi, sembra "pronto" alla campagna elettorale. Non Fini che il suo partito lo dovrà strutturare e radicare. Non il PdL sempre più alle prese con quell'ingombrante alleato che va sotto il nome di Lega Nord. Non l'API di Rutelli. Manco che manco il PD alle prese con la bella iniziativa lanciata da Bersani per settembre. Tempi lunghi, dunque. Diceva bene, ieri sera ai microfoni di Linea Notte (Rai 3), il mirabile Oscar Giannino ( qui il suo blog) : credo che ad un operai che oggi è ritornato al lavoro o che a quanti oggi sono in difficoltà, interesserebbe che la politica si occupi di cose più serie.
Sarà crisi lunga e dall'esito probabile di tornare alle urne. La distanza tra il presidente del Consiglio e quello della Camera dei Deputati appare difficilmente colmabile. Umberto Bossi teme che la Lega rimanga isolata per le tentazioni centriste di Berlusconi. Berlusconi sa benissimo che questo logoramento interno sta influenzando molto il suo elettorato. Ovviamente nessuno, in questo momento, accetterebbe l'ipotesi di un governo tecnico: lo stesso Franceschini con grande lucidità ha parlato di elezioni per dare vita ad una Assemblea Nazionale. E però quel che accadrà in futuro dovrà necessariamente essere preceduto da quel che prevede la Costituzione. Se sarà coerente alle sue ultime dichiarazioni, nel caso in cui il govenro di centreodestra non dovesse avere una ampia maggioranza, Berlusconi rassgenerà nelle mani di Napolitano le sue dimissioni. A quel punto il Presidente della Repubblica ha il DOVERE di verificare l'esistenza in Parlamento di una maggioranza. Solo esperito questo passaggio, nel caso in cui tale maggioranza non ci fosse, Napolitano potrebbe esercitare quanto previsto dall'articolo 88 della Costituzione che riconosce solo e soltanto al Presidente della Repubblica (indipendentemente dall'oggettiva costatazione che gli elettori, seppure indirettamente, hanno indicato - col loro voto - Belrusconi come premier ma siamo in una Repubblica parlamentare e non presidenzialista) il potere di scioglimento delle Camere - sentiti i loro presidenti - o di una di esse.
Piaccia o meno questo e solo questo è il dovere del Presidente della Repubblica. Non formalismo ma semplicemente rispetto delle reogle.
Che la forza sia con voi!
Etichette: POLITICA
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