mercoledì 15 giugno 2011

SONO ARRIVATO UNO

Dunque...chi ha vinto i referendum? Domanda apparentemente ovvia: poiché i referendum sono abrogativi hanno vinto i sì. Non solo hanno vinto in maniera straripante ma questa volta - dopo tempo - si è persino raggiunto (e superato) il quorum. Dunque hanno vinto i promotori dei quattro quesiti referendari. A cui si sono uniti poi i partiti del centrosinistra con leggerisisme differenziazioni sui diversi quesiti. E ora questi partiti 'brindano' alla vittoria. A torto o a ragione? A torto, secondo me. Perché vi è una 'strana' somiglianza tra questo risultato e quello delle elezioni amministrative, specialmente guardando a Milano e a Napoli. In quel caso, infatti, più che i partiti ha potuto la capacità dei due candidati di attrarre nuovi entusiasmi e nuove forze dalla moltitudine di persone che non sono iscritte a nessun partito (e che a Milano facevano abbondante sfoggio di arancione). L'impressione che si ricava dal risultato dei referendum è che su alcuni temi chiave come l'acqua, l'energia nucleare (sebbene siano stati trattati con grande demagogia) non vi è disciplina di partito che tenga. Nemmeno in casa Lega che era ed è il simbolo dell'essere partito per eccellenza. Nuove anche le modalità della campagna elettorale molto più proiettata (anche per lo scandaloso comportamento della televisione) sui nuovi mezzi di comunicazione, Facebook o Twitter oramai degni successori dei tazebao sessantottini. E se Berlusconi ha indubbiamente perduto (ormai gli italiani non mi asocltano più, così secondo 'Il Corriere', si sfogava con alcuni suoi collaboratori) a me pare che da questa vittoria il centrosinistra stia traendo una lezione sbagliata: la maggioranza è andata all'abrograzione di alcuni disegni di legge non ad uno schieramento politico! E' un errore doppiamente pericoloso: innanzitutto perché rischia di 'infastidire' quanti si sentano politicizzati strumentalmente per aver votato sì. Poi perché si rischia, ancora una volta, di travisare la realtà: l'unico modo per sconfiggere la destra è la costruzione di un progetto politico per il paese fatto di scelte forti, coraggiose, riformiste. Attorno al quale costruire (finalmente!) una coalizione ed individuare un candidato. E' su questo che io credo occorra lavorare. Approffittando proprio delle tre lezioni ricevute da Pisapia, De Magistris, referendum: esistono oggi formidabili strumenti di informazione e di trasmissibilità delle notizie; strumenti che non si prestano ad alcuna manipolazione né 'devianza'. Ecco: da qui dobbiamo ripartire. Perché ora per governare ci manca un solo : quello per abrogare questo centrodestra.
Che la forza sia con voi!

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