lunedì 13 giugno 2011

W LA RAI

La pluralità dell'offerta televisiva è un bene preziosissimo: sei tu a scegliere cosa vedere in base ai tuoi interessi, alle tue voglie, ai tuoi desideri. Ho più volte detto che a me, ad esempio, la televisione urlata non piace e per questo, lo ammetto, vedo pochissimo (per nulla a dir la verità) Annozero di Michele Santoro. Ma anche se non lo vedo continuo ad essere militante di centrosinistra: non credo, in altre parole, che la sconfitta del centrodestra alle amministrative sia imputabile a questa trasmissione (affermarlo significa, con eleganti parole, dare degli imbecilli agli italiani che anziché votare sulla base di un proprio giudizio si lasciano fuorviare dalla televisione...errore in cui spesso è caduto anche il centrosinistra). E però l'addio di Santoro alla Rai è una scelta sbagliata. Sbagliata perché Santoro significa pubblicità e dunque risorse cui la Rai dovrà fare a meno. Ora si profila pure il possibile addio di Fabio Fazio che da tempo sta chiedendo di conoscere il futuro della sua Che tempo che fa (trasmisisone davvero molto bella e, a me pare, assolutamente poco...politica). Lo ha scritto lo stesso Fazio a Repubbilca (qui il testo).
Di fronte a ciò mi pare assolutamente condivisibile quando dichiarato (sempre a Repubblica) dal segretario del PD, Pierluigi Bersani:

Attenzione. Chi con perfetta cognizione di causa toglierà valore all'azienda pubblica che deve provvedere a promuovere e tutelare, pagherà di tasca propria. Lo prendo come impegno mio e del mio partito per oggi e per domani. E' tempo infatti di ricordare che l'amministrazione infedele di un patrimonio pubblico consuma il peggiore dei tradimenti. Il modo per garantire assieme pluralismo e risultati aziendali è aggiungere e non togliere.


Che la forza sia con voi!

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