martedì 20 ottobre 2009

COMPAGNO T?

Ve lo ricordate? Era il paladino della flessibilità. Quella elaborata dal governo di Romano Prodi (il cosiddetto "pacchetto Treu") e perfezionata, poi, dal governo di centrodestra seguenbdo le intuizioni del giusalavorista Marco Biagi, vigliaccamente ucciso dalle Brigate Rosse. Già. Ma oggi il ministro Giulio Tremonti ha cambiato idea e dichiara: Non credo che la mobilità di per sé sia un valore, penso che in strutture sociali come la nostra il posto fisso sia la base su cui organizzare il tuo progetto di vita e la famiglia.
Reazioni? Su tutte quella del suo collega di governo (dicono in realtà che i due non si sopportino pensando di essere,s sempre e comunque, l'uno più intelligente dell'altro e viceversa) Renato Brunetta che oggi replica:
Tremonti vorrebbe una nuova società dei salariati. Solo che questa non risponde alle esigenze di flessibilità che pone il sistema. La sua è una soluzione del Novecento che non va più bene in questo secolo
e ancora
La flessibilità che abbiamo visto negli ultimi 10-15 anni è figlia della società dei salariati, è figlia degli ultimi fuochi dello scontro tra capitale e lavoro, è figlia di un capitalismo ormai in declino. Abbiamo vissuto la stagione del lavoro atipico come estrema conseguenza dell'egoismo del lavoro tipico, dell'egoismo degli insiders contro gli outsiders. Tutte le garanzie ai primi, protetti dal sindacato, tutte le flessibilità scaricate orribilmente sui secondi privi di rappresentanza. Ma la soluzione a questo paradosso non può essere quella di far diventare gli outsiders degli insiders, perché il sistema non sarebbe in grado di sopportarne i costi.
Che la forza sia con voi!

L'amico Alberto (Barina: non perdete la sua ultima produzione poetica, Azimuth) mi ha regalato uno dei lavori di Mario Castelnuovo, accompagnandolo da un gentilissimo biglietto in cui lo definisce un piccolo gioiellino di poesia....E' proprio vero!

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