mercoledì 28 ottobre 2009

FRANCESCO


Caro Francesco,

(permettimi il tu condifenziale che mi viene non tanto per una nostra approfondita conoscenza diretta - credo che in tutto siano state 5 le volte in cui abbiamo parlato insieme - quanto per l'aver fatto un bel pezzo di strada - politica - insieme) stavolta non ti seguirò. Insieme a te e a centinaia di migliaia di altre persone abbiamo dapprima aderito con entusiasmo a "I democratici" (te lo ricordi l'"Asinello"?)dove l'esperienza del movimento Centocittà (quello dei sindaci) seppe fondersi con La rete di Leoluca Orlando, con l'allora neonata Italia dei Valori, con l'Unione democratica di Antonio Maccanico ma soprattutto con le tante liste civiche nate sulle ceneri di ciò che aveva lasciato - dietro di sè - la Prima Repubblica: affascinati dal progetto politico propostoci da Romano Prodi, quello di dare vita ad una forza riformista, bipolarista. Nel 2001 ti seguimmo ne La Mrgherita che allora era una lista elettorale formata dal PPI, dai democratici, da Rinnovamento Italiano. L'anno successivo quella lista divenne un partito vero e proprio e con assoluta convinzione ti indicammo quale presidente federale fino al 2007. Ed, infine, nel 2007 senza indugi (ma con molti timori e preoccupazioni) accettammo la proposta (tua e di Piero Fassino): quella di fondere la tradizione socialdemocratica dei DS con quella del riformismo cattolico all'interno di un nuovo Partito, ancora più bipolare e riformista, che venne chiamato Partito Democratico.

Ma ora che in tanti danno per certa la tua uscita, mi spiace - caro Francesco - ma non ti seguirò. Io, come dire?, mi fermo qua. Mi femro qua non soltanto perché, davvero, sento questo PD come la "mia" casa ma soprattutto perché ritengo la tua scelta profondamente sbagliata.

Sbagliata innanzitutto perché, in politica, quando si perde una battaglia non si fugge ma si ricomincia ad affrontarne delle altre.

Sbagliata perché la tua scelta rende inutile ciò per cui in tanti abbiamo lavorato: un bipolarismo vero, autenticamente moderno.

Sbagliata perché il riformismo cattolico deve essere lievito nella farina e non lievito dei farisei.

Sbagliata perché compromette l'idea alta e forte della laicità intesa come "casa comune" dove pensieri differenti si con - frontano e si com - prendono.

Ecco perché io non ti seguirò.
E comunque...che la forza sia con te!



Etichette:

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page