lunedì 11 gennaio 2010

MADRI

Da Il Corriere della Sera

di Isabella Bossi Fedrigotti


Ammalarsi, non curarsi per paura di perdere il lavoro, morire: succedeva nei romanzi di Dickens ma, naturalmente, anche nella vita, però cento, duecento anni fa. Destini di altre epoche, buoni per i romanzi, appunto? Purtroppo no, capita ancora, nuovo sintomo di quanto i tempi per certi versi stiano facendo lenta ma sicura retromarcia.
È successo che la mamma di una bambina di cinque anni sia morta per non perdere il posto nella cooperativa di pulizia per la quale lavorava. Pur sofferente da giorni, non aveva voluto andare dal medico essendo convinta — a torto o a ragione non si sa — di non potersi permettere neppure un giorno di malattia. E allora— avrà pensato probabilmente — tanto valeva non farsi neanche vedere dal dottore, visto che non avrebbe comunque potuto seguirne i consigli e le terapie. È morta ieri e sua figlia l’ha vegliata per ore, in solitudine. Il fatto che fosse straniera, di origine marocchina — condizione non tanto felice di questi tempi in Italia— forse ha contribuito a renderla insicura, smarrita, terrorizzata, anzi, e forse ha contribuito anche il fatto che suo marito l’avesse lasciata sei anni fa, convinto che fosse sterile, abbandonandola nella totale miseria, e con una bambina, paradossalmente nata pochi mesi dopo la separazione.
È successo non in qualche sfortunata contrada arretrata e depressa ma nell’Italia più avanzata in fatto di assistenza ai cittadini — in provincia di Mantova, cioè — dove in effetti la sfortunata donna era stata aiutata e seguita con diligenza. Ma un buco nella rete, anche nella migliore delle reti, c’è sempre e attraverso quel buco, allargato forse dal fatto che era il fine settimana, è precipitata Fathia.
Che difficile combattimento deve essere stata la sua vita, nella solitudine e nella paura, e che amara sconfitta è per tutti quanti la sua morte. Nei libri di Dickens le storie come le sue facevano piangere, ma ci si consolava pensando che si trattava appunto soltanto di romanzi. Consolazione che in questo caso non ci viene concessa perché la vicenda di Fathia è tristissima cronaca nera e vera.






Che la forza sia con voi

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