mercoledì 9 dicembre 2009

ECCLESIA

Non conosco Dionigi Tettamanzi, l'Arcivescovo di Milano successore di Carlo Maria Martini. L'ho ascoltato un paio di volte ed ho letto alcune cose da lui scritte. Beh...francamente definirlo cattocomunista mi pare davvero troppo. C'è un Ministro della Repubblica che sul Cardinale di Milano ha le idee chiare: ultimo baluardo del cattocomunismo (La Repubblica); anche Tettamanzi fa parte dell'opposizione (Affariitaliani.it); Tettamanzi con il suo territorio non c'entra proprio nulla. Sarebbe come mettere un prete mafioso in Sicilia (Apcom). Cosa ha scatenato simili reprimende? In occasione della Festa di Sant'Ambrogio, il Cardinale ha pronunciato un discorso alla città (il testo integrale in http://static.repubblica.it/milano/tettamanzi.pdf ) in cui questo "sovversivo" (mi perdoni Eminenza) dice cose rivoluzionarie come guardare agli immigrati non solo come individui, più o meno bisognosi, o come categorie oggetto di giudizi negativi inappellabili, ma innanzitutto come persone e dunque portatori di diritti e di doveri. E ancora: ... dialogare con gli immigrati significa entrare in contatto con la loro cultura (...) perché essi a loro volta conoscano la nostra cultura.
Non c'è che dire: come minimo un discorso marxista! Che poi queste critiche pesantissime (cui - e per chi mastica un poco di gerachie vaticane, non è poco - ha subito risposto, ad esempio, il Segretario di Stato Bertone) siano rivolte da un Ministro che appartiene a quel movimento che è diventato paladino del Crocefisso.... ma mi faccia il piacere direbbe Antonio Focas Flavio Angelo Ducas Comneno De Curtis Di Bisanzio Gagliardi in arte Totò.
Ho conosciuto (ai tempi dell'Azione Cattolica) invece Dino Boffo, l'ex direttore di quell'altra testata sovversiva che si chiama Avvenire. Boffo si è dimesso perché Il Giornale diretto da Vittorio Feltri ha pubblicato la notizia di una sentenza (vado a memoria) per molestie (afferenti nientepopodimenoche al tema della omosessualità). Bene! Oggi Feltri scrive (la notizia è riportata da Il Corriere della Sera) che l'ex direttore non risulta implicato in vicende omosessuali, tanto meno si parla di omosessuale attenzionato. Questa è la verità. Oggi Boffo sarebbe ancora al vertice di Avvenire». «Personalmente - spiega Feltri - non mi sarei occupato di Dino Boffo, giornalista prestigioso e apprezzato, se non mi fosse stata consegnata da un informatore attendibile, direi insospettabile, la fotocopia del casellario giudiziario che recava la condanna del direttore a una contravvenzione per molestie telefoniche. Insieme, un secondo documento (una nota) che riassumeva le motivazioni della condanna. La ricostruzione dei fatti descritti nella nota, oggi posso dire, non corrisponde al contenuto degli atti processuali.
Non male vero?
Che la forza sia con voi (la forza perché a me gli zebedei cominciano un pochino a girare)!

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