venerdì 20 novembre 2009

CROCEFISSO


di ANDREA FERRAZZI :





Nei prossimi giorni in Consiglio provinciale di Venezia saranno discussi alcuni ordini del giorno, relativi alla sentenza della Corte Europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, sull'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche. A fronte di tale sentenza, che dispone il divieto di esposizione, si è scatenata una discussione pubblica che ha coinvolto partiti, intellettuali e autorità ecclesiali. Su tale questione il Partito Democratico ha presentato ordine del giorno in Consiglio. Qui di seguito voglio fare alcune personali considerazioni.E' evidente che la civiltà europea si è costituita nell'intreccio e nella dialettica tra alcuni grandi realtà quali la tradizione classica greca e latina, il rinascimento, il pensiero scientifico e tecnico, la rivoluzione francese e, indubitabilmente, attraverso il fondamentale contributo del pensiero e della tradizione giudaico-cristiana. Negare che ciò sia stato è semplicemente un errore di ordine culturale e non centra nulla con la fede o con la laicità della Stato. E' dunque da rifiutarsi ogni posizione laicista che neghi il ruolo centrale del cristianesimo nella culturale, nella vita civile, nella storia, nell'arte e nella vita tutta del nostro Paese. Il laicismo infatti non ha nulla a che vedere con la laicità. E' viceversa il miglior alimento per gli integralisti stolti che non comprendono la questione della mediazione culturale e della distinzione tra Dio e Cesare.Certamente, della tradizione cristiana il crocifisso è simbolo essenziale. Esso, o meglio egli, rappresenta la solidarietà radicale di Dio nei confronti dell'uomo e della donna, universalmente, donata a tutti coloro che la vogliono accogliere. E' una solidarietà che, nell'ottica della fede, desta scandalo: il Dio onnipotente sceglie, per amore, di farsi uomo e di scendere negli abissi della violenza e del dolore per innalzare tutti nella grazia di Dio. Si fa uomo per fare tutti, per grazia, “simili a Lui”. La croce, per il cristianesimo, diventa dunque segno di una solidarietà non solo tra gli esseri umani, ma anche tra gli umani e gli esseri celesti: unisce dunque uomo a uomo ma anche cielo e terra ricostituendo la fratellanza uiversale. “Quando sarò innalzato” dice il Cristo, “attirerò tutti a me”. Dice “tutti”, non una parte, e nel mentre viene ucciso chiede al Padre il perdono universale, “perchè non sanno quello che fanno”. Ed è qui il punto, è proprio questa universalità che rende il crocifisso irriducibile ad ogni strumentalizzazione. Anzi, ogni strumentalizzazione di parte è innanzitutto un insulto allo stesso, che nella sua propria verità è segno per tutti, appunto “cattolico”, che non sopporta di essere usato per fini altri che creare unità. E' di conseguenza da rigettare l'uso politico di quelle forze, in particolare della Lega, che lo brandiscono al solo scopo di strumentalizzarlo, come per altro denunciato anche da eminenti Autorità Ecclesiali. Alla Lega, che si vorrebbe paladina del cristianesimo, ovviamento acconciato di volta in volta alla propria necessità propagandistica, vorremo proporre di leggere bene il Vangelo, a partire da dove Gesù dice che è a lui vicino non “chi dice Signore Signore, ma chi fa la volontà del Padre mio”, e che questa volontà è ben esplicitata nel capitolo 25 del Vangelo di Matteo nei versetti 31-46 dove, nel Giudizio Universale, il “Crocifisso glorificato” “verrà nella sua gloria” e separerà gli uni dagli altri con il premio della vita eterna o con la condanna del supplizio eterno sulla base di quanto gli stessi uomini avranno compiuto nella loro vita:“Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, [36]nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.”Siamo dunque nel cuore di una questione che attraversa sentimenti religiosi, sensibilità intellettuali. ed è dunque insensato ridurre in termini solamente giuridici una discussione che, proprio sul piano della laicità dello Stato, va affrontata nella sua valenza propriamente culturale. Se un'indicazione ne possiamo trarre è dunque quella di aprire, a partire dai valori umani di solidarietà, verità e giustizia, una ricerca comune per ognuno di noi in modo dar risolvere, senza baraonde politiche, le questioni urgenti che ci interpellano.







Che la forza sia con voi!

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