IL DODICESIMO QUADERNO
Etty Hillesum morì a 32 anni, il 30 novembre del '43, vicino ad Auschwitz Birkenau dopo 83 giorni di prigionia. Ebrea, convertitasi al cattolicesimo, Etty -olandese di Amsterdam, scrisse un diario che ripercorre gli ultimi anni della sua vita. Diario che si interrompe 83 giorni prima della sua morte quando, insieme con la famiglia, fu caricata in un carro bestiame. L'ultima sua testimonianza è una cartolina ch'ella scrisse mentre, inconsapevole, stava giungendo nel luogo dove la sua vita si sarebbe inesorabilmente compiuta. Quella cartolina, Etty la gettò dal finestrino del carro bestiame e mani amoreovli la raccolsero e la spedissero all'indirizzo della destinataria. Da allora di Etty non si seppe più nulla tranne l'arida menzione nell'elenco della Croce Rossa Internazionale che ne dichiarò la morte il 30 novembre '43. Cosa accadde in quegli 83 giorni? Quali dubbi, quali terrori affrontò questa giovane donna? Un amico, prima ancora che un validissimo collaboratore, ha pensato di "vestire" (non so come altro dire) i panni di Etty e ne Il dodicesimo quaderno ha immaginato che Etty continuasse il suo diario a coprire il tempo breve seppure interminabile di quella prigionia. Beppe Bovo, di lui stiam parlando, ha trovato ne La Meridiana, l'editore sensibile e capace che ha accettato di pubblicare questa sua opera prima.
Molte le cose che vorrei dirvi per stimolarvi ad acquistarlo. Ma, alla fine, mi rendo conto che esse sarebbero comunque insufficienti a raccontarvi la terribile emozione che ti assale quando leggi quelle pagine. Il tutto, forse, sta in un paradosso: un uomo che immagina di continuare un diario scritto da una donna; un vivente (ancora non so come altro dire) che decide di scrivere degli ultimi 83 giorni di vita di una condannata; un non ebreo che scrive di una ebrea convertitasi al cristianesimo. Opera riuscita alla perfezione. Il senso del libro può essere racchiuso in questa frase Dobbiamo contrastare e vincere questa immane ondata di odio ma dobbiamo conservare intatta la nostra umanità.
Una umanità che non è stata sconfitta a Birkenau o ad Auschwitz. Almeno fin quando conserveremo il senso e l'importanza del ricordo. E solo questo, da solo, vale mille ragioni per acquistare il libro.
Che la forza sia con voi!
Etichette: CULTURA
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