giovedì 11 febbraio 2010

(IN)GIUSTA GIUSTIZIA?

Ho recentissimamente parlato con un amico - dichiaratamente e manifestamente di (centro)sinistra - che di mestiere fa l'avvocato. Certo: chi di mestiere sta dall'altra parte della "barricata" immagino possa avere dei giudizi "condizionati" su chi, di fatto, valuta - attraverso le sentenze - la capacità e la bravura di chi difende un imputato. E però quella frase tranchant buttata lì tra un caffè ed una sigaretta - sono sempre più convinto che Berlusconi sulla giustizia abbia ragione - mi ha moltissimo colpito. Perché tocca un nervo scoperto del centrosinistra in generale e del PD in particolare che, su questo specifico tema, mi pare schierato più sulla contrapposizione al Presidente del Consiglio che sull'argomento specifico. E' vero: siamo assolutamente garantisti (e questo garantismo deve valere per tutti) ma incapaci (almeno a me pare) di una riflessione serena e pacata sulla magistratura (forse perché molti magistrati sono politicamente a noi vicini?). Poi, in rapida successione, compaiono sui giornali tre notizie che lasciano davvero sconcertati.
La prima riguarda l'assoluzione (in Appello) del professor Dino Casarotto, luminare della cardiochirurgia, che, in primo grado, era stato condannato a 5 anni e 9 mesi per omicidio colposo: avrebbe (stando all'accusa), per denaro, impianto della valvole cardiache difettose. Ora questo professionista è stato invece assolto per non aver commesso il fatto. Ma, mi chiedo, un fatto - per essere tale - presuppone che sia reale: come è possibile che un magistrato prima stabilisca che questa colpa è un fatto e dunque una realtà e, tre anni dopo, un altro magistrato affermi l'esatto contrario?
La seconda è apparsa su tutti i quotidiani. La traggo da Il Giorno: Singolare episodio oggi presso la prima Corte d’Appello di Milano. Mentre il collegio giudicante era in camera di consiglio per alcuni processi già discussi, l’avvocato Paolo Cerruti - difensore in un procedimento ancora da trattare - è andato a sfogliare alcuni fascicoletti sul tavolo del presidente Giovanni Scaglioni e ha scoperto che per il suo assistito F.B. la sentenza era già stata scritta con la conferma del giudizio di primo grado: una condanna a 8 mesi per un borseggio avvenuto a Monza lo scorso anno.
La terza riguarda Calogero Mannino, senatore dell'UDC, che dopo 14 (sì, avete letto bene: 14 anni) di processi è stato definitivamente assolto dall'accusa di associazione mafiosa e che trascorse in galera 23 mesi.
Episodi singolari, marginali si dirà...episodi che non possono "infangare" la memoria di quei magistrati (e sono davvero tanti) - eroi morti per mano della mafia o del terrorismo. Certo. E' assolutamente vero. Ma di fronte a questi fatti, non è giunto al fine il momento che anche noi cominciamo a discutere di come rendere la giustizia veramente giusta?
Che la forza sia con voi!

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