martedì 21 agosto 2007

FACCIAMO THINK THANKS?

Non sono mai stato comunista. Non lo sono mai stato anche se ho più volte letto Il capitale di Marx. E però ho tifato (e continuo a tifare ancora oggi) per la Teologia della liberazione che in America Latina è stata (e per certi aspetti lo è ancora) formidabile strumento di promozione sociale nei confronti dei diseredati, dei senza terra, degli ultimi. Ma non sono mai stato nemmeno democristiano (democratico - cristiano sì, lo sono ancora) perché profondamente convinto che l'unità dei cattolici in un partito fosse una bufala e che se era vero che Stalin non vedeva l'elettore nella cabina, anche il buon Dio, forse, era in tutt'altre faccende affacendato. E un tantino più serie. Nonostante questo, per il mio modo di pensare se non avessi avuto ancora i pantaloni corti (ma soprattutto se non avessi indossato, a scuola, quell'orribile grembiule blu con tanto di fioccone bianco davanti) sarei magari stato fra quelli che qualcuno chiamava "cattocomunisti". E per ragioni di cui ho già scritto in altro post. Così come sono un fermo sostenitore della scuola pubblica ben consapevole che quelle paritarie sono, per la maggior parte, gestite da ordini religiosi. Nella mia "carriera" di elettore impenitente ho votato molti partiti, soprattutto quelli che premiati dall'elettorato non lo sono mai stati (evidentemente le ragioni degli sconfitti già allora mi convincevano molto). Ho votato Democrazia Proletaria (in una elezione amministrativa), ma anche PRI (quello di Ugo La Malfa sia chiaro). E poi (e spero che Alessio Bonetto non me lo rinfacci a vita) il PSI (quello di Craxi) e certamente il PCI (ma non ero comunista). Poi è venuto l'impegno politico. Dapprima all'interno di una lista civica. Poi ne La Margherita il cui progetto, quello di mettere insieme anime tra loro distanti e diversissime, mi ha sempre affascinato. Ora siamo alla vigilia della nascita del PD. Orbene: in queste ultime settimane molte voci critiche si sono levate nei confronti di questo non - ancora nato, nuovo partito. Fra queste vi è anche la mia. Lamento in particolare l'assoluta mancanza di contenuti. Il 14 ottobre avremo, sì, un segretario nazionale (od una segretaria nazionale) ma ancora non ho capito alcune questioni che a me non paiono proprio di poco conto: quale modello di sviluppo economico proporremo? quale etica dello Stato? quale posizione assumeremo nei confronti dell'eutanasia, dell'interruzione volontaria delle terapie mediche? Quale sarà la nostra collocazione nella politica europea? Quale politica seguiremo nei confronti degli Stati Uniti piuttosto che di Israele o del medio Oriente in generale? Per non parlare di questioni che sono molto più vicine a casa nostra: quale vocazione economica per le aree dismesse nel Petrolchimico? quale posizione assumere nei confronti della mobilità sostenibile? Quale idea abbiamo di cultura? Ebbene: su tutto questo silenzio. Per contro in questa pazza estate ho notato una vivace (uso un eufemismo) dialettica politica all'interno del centrosinistra (di tutto il centrosx) che, e lo dico chiaramente, non mi pare né costruttiva né seria. Perché una cosa è bene mettercela (tutti) in testa: prima o poi questo bendetto centrosinistra mirese lo dovremo pur ricostruire. Non fosse altro perché l'anno prossimo abbiamo nuovi impegni elettorali in cui, immagino, correremo tutti sotto l'insegna dell'Unione. Come sarà possibile se ancora oggi ci si guarda in cagnesco? Se addirittura mangiare una pizza in compagnia rischia di diventare un caso nazionale? Credo che davvero sia giunto il momento di finirla! Ho guardato il calendario: se non sbaglio sono passati più di tre mesi dall'avvio della campagna elettorale. Credo occorra finalmente guardare al futuro. Di finirla e di concentrarci su cose più serie. Io sono ottimista: vedo che si sta affacciando nella vita politica mirese una generazione "under 45" (così non escludiamo nessuno..) desiderosa di impegnarsi, di partecipare, di discutere. Una generazione per la quale le reciproche appartenenze non vengono viste come ostacolo ma come scelta personale e collettiva, di reciproco arricchimento oserei dire. Ebbene: perché noi che a questa generazione apparteniamo non diamo vita ad un pensatoio? Cioè ad un luogo in cui periodicamente incontrarsi per discutere, confrontarsi? Di tanto in tanto, magari invitare qualcuno di competente che ci possa offrire nuove chiavi interpretative della realtà che ci circonda. Il risultato di questa dialettica, poi, ognuno la porterà a casa propria: nel PD per chi vi aderirà, nei rispettivi partiti per gli altri. Ma così facendo forse riusciremo finalmente a comprendere che, tra noi, le differenze non sono così incolmabili come sembrano. Io per l'intanto apro le iscrizioni...poi si vedrà....
Cos'è un think thank? Questo termine frequenta, sempre più spesso, le pagine reali e virtuali dell'universo massmediologico. In senso generale, il think thank è luogo di ricerca, centro di studi, laboratorio di idee: un ambiente, insomma, dove emerge e si concretizza la valenza operativa del cosiddetto lavoro immateriale: lavoro odiernamente posto quale nervatura portante del mondo tecnologico e globalizzato, che rivela la sua principale forza produttiva nell'acquisizione e nello sviluppo della conoscenza. (Italiani/europei, 1/2004)
P.S.: il titolo di questo post temo sia comprensibile solo a chi, nel 1990 (1991 per la precisione) ballava (o zompettava almeno nel mio caso) sulle note di "Fiki, fiki". Canzone di Gianni Drudi, colonna sonora di MAI DIRE TV, che per ragioni a me imperscutabili non è ancora stata inserita negli annali della musica italiana d'autore......Mah, misteri...

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7 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

bella associazione :)))
ti segnalo allora il seguente url : http://it.youtube.com/watch?v=HgNRLgFy3Zk per riascoltare il brano commentato da mai dire tv!!

Continua cosi', vai forte!

22 agosto 2007 alle ore 13:37  
Anonymous Anonimo ha detto...

Per ciò che mi compete (esprimo aprezzametento per il fatto che almeno una volta hai espresso un voto utile, ma non temere non te lo rinfaccerò... troppo! Tralascio di commentare la tua insana passione per l'Inter). Apprezzo l'idea del pensatoio. Allora è da settimane che ne parlaimo ne blog tuo e anche da Zuin... a questo punto decidiamo un'ora , un giorno e un posto e vediamoci... con chi vuol parteciapre, e vediamo come impostarci. L'idea di un laboratorio riformista, trasversale, che consenta a chi partecipa un confronto produttivo che poi serva a rianimare i rispettivi partiti (ma anche per chi non ha retroterra partitico, ma sopratutto ad alzare il tasso qualitativo della proposta della politica locale. Un confronto, ampio sincero, schietto penso sarebbe utile. Io ci sto.

23 agosto 2007 alle ore 15:04  
Anonymous Anonimo ha detto...

La differenza fa la forza.
Sono d'accordo sul lasciare alle spalle rancori e lotte interne che sembrano non concludersi mai e diciamolo chiaramente non danno una bella immagine ai cittadini che si aspettano un cambiamento. E' ora di una svolta globale fatta insieme aldila' del colore di appartenenza, la differenza farà la forza al raggiungimento delle scelte più giuste.

23 agosto 2007 alle ore 18:45  
Anonymous Anonimo ha detto...

Ho ... scoperto oggi il tuo blog e ho letto il primo (ultimo) post e subito mi sono venute in mente un sacco di cose da dire (una volta si sarebbe detto che l'ho trovato molto stimolante!).
Sottolineo un piccolo aspetto, che ho trovato sincero e simpatico: il tuo essere stato/non essere stato comunista. Per una di quelle strane associazioni di idee che difficilmente si riesce a spiegare, ho pensato a una brano di Gaber che oltre a fare una "bella" fotografia del come eravamo riesce a dirci qualcosa anche oggi, soprattutto rispetto alla necessità di non restare, tra tanti cambiamenti, senza ali.
Eccola, per me, per te e per tutti quanti disperatamente sperano e guardano avanti.


Qualcuno era comunista

Qualcuno era comunista perché era nato in Emilia.
Qualcuno era comunista perché il nonno, lo zio, il papà, ... La mamma no.
Qualcuno era comunista perché vedeva la Russia come una promessa, la Cina come una poesia, il comunismo come il paradiso terrestre.
Qualcuno era comunista perché si sentiva solo.
Qualcuno era comunista perché aveva avuto un'educazione troppo cattolica.
Qualcuno era comunista perché il cinema lo esigeva, il teatro lo esigeva, la pittura lo esigeva, la letteratura anche: lo esigevano tutti.
Qualcuno era comunista perché glielo avevano detto.
Qualcuno era comunista perché non gli avevano detto tutto.
Qualcuno era comunista perché prima (prima, prima...) era fascista.
Qualcuno era comunista perché aveva capito che la Russia andava piano, ma lontano... (!)
Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona.
Qualcuno era comunista perché Andreotti non era una brava persona...
Qualcuno era comunista perché era ricco, ma amava il popolo...
Qualcuno era comunista perché beveva il vino e si commuoveva alle feste popolari.
Qualcuno era comunista perché era così ateo che aveva bisogno di un altro Dio.
Qualcuno era comunista perché era così affascinato dagli operai che voleva essere uno di loro.
Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di fare l'operaio.
Qualcuno era comunista perché voleva l'aumento di stipendio.
Qualcuno era comunista perché la rivoluzione?... oggi, no. Domani, forse. Ma dopodomani, sicuramente!
Qualcuno era comunista perché... "la borghesia il proletariato la lotta di classe, cazzo!"...
Qualcuno era comunista per fare rabbia a suo padre.
Qualcuno era comunista perché guardava solo RAI3.
Qualcuno era comunista per moda, qualcuno per principio, qualcuno per frustrazione.
Qualcuno era comunista perché voleva statalizzare TUTTO!
Qualcuno era comunista perché non conosceva gli impiegati statali, parastatali e affini...
Qualcuno era comunista perché aveva scambiato il materialismo dialettico per il Vangelo Secondo Lenin.
Qualcuno era comunista perché era convinto di avere dietro di sè la classe operaia.
Qualcuno era comunista perché era più comunista degli altri.
Qualcuno era comunista perché c'era il Grande Partito Comunista.
Qualcuno era comunista malgrado ci fosse il Grande Partito Comunista.
Qualcuno era comunista perché non c'era niente di meglio.
Qualcuno era comunista perché abbiamo avuto il peggiore partito socialista d'Europa!
Qualcuno era comunista perché lo Stato, peggio che da noi, solo l'Uganda...
Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di quarant'anni di governi democristiani incapaci e mafiosi.
Qualcuno era comunista perché Piazza Fontana, Brescia, la stazione di Bologna, l'Italicus, Ustica, eccetera, eccetera, eccetera!...
Qualcuno era comunista perché chi era contro, era comunista!
Qualcuno era comunista perché non sopportava più quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia!
Qualcuno, qualcuno credeva di essere comunista, e forse era qualcos'altro.
Qualcuno era comunista perché sognava una libertà diversa da quella americana.
Qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.
Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo, perché sentiva la necessità di una morale diversa.
Perché forse era solo una forza, un volo, un sogno.
Era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.
Qualcuno era comunista perché con accanto questo slancio ognuno era come più di se stesso: era come due persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana, e dall'altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo, per cambiare veramente la vita.
No, niente rimpianti. Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare, come dei gabbiani ipotetici.
E ora?
Anche ora ci si sente in due: da una parte l'uomo inserito, che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana, e dall'altra il gabbiano, senza più neanche l'intenzione del volo. Perché ormai il sogno si è rattrappito.
Due miserie in un corpo solo.

- Giorgio Gaber & Sandro Luporini
(da "E pensare che c'era il pensiero", 1995)

24 agosto 2007 alle ore 13:38  
Blogger Il sito di Davide ha detto...

Grazie g.b. anche per questa citazione di Gaber....

24 agosto 2007 alle ore 13:41  
Blogger Nico Narsi ha detto...

Pienamente disponibile anch'io: tu e Massimo (e altri, qualora disponibili) potreste fissare luogo&data, come suggerito da Alessio
(PS: Addenda et corrigenda: "think tank", nel titolo, thanks (I think) :-)
Cfr.: http://en.wikipedia.org/wiki/Think_tanks )
Nico

24 agosto 2007 alle ore 14:38  
Blogger Il sito di Davide ha detto...

Grazie per la precisazione...effettivamente tra me e l'inglese c'è molta, ma molta distanza ;)
Sono contento che le adesioni comincino ad arrivare. Appena Massimo torna dalle ferie vediamo di organizzare un primo incontro....

24 agosto 2007 alle ore 15:06  

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