martedì 20 maggio 2008

DELLA MORTE

Per quanti hanno la grazia della fede - quella "matura" e cioè fatta di dubbi, di interrogativi ma anche della serena accettazione della limitatezza della razionalità umana - la dimensione corporea che è temporalmente definita, è un involucro (San Paolo raccomanda di trattare il proprio corpo come fosse tempio dello Spirito) che la morte terrena spezza per liberare la vera essenza umana e affidarla alla vita senza tempo. Il concetto di morte per la teologia cristiana, seppure abbruttito da queste mie semplificazioni, sta tutta in questa verità rivelata: noi saremo come Egli è. E però quando la morte ti tocca da vicino, riguarda te e la tua famiglia, l'unica consolazione che riesci a trovare non è nella teologia (nè in quella della compassione né in quella della morte) ma nelle lacrime. E se ci pensi bene sono le stesse lacrime che rivelano la natura umana del Cristo, di colui che piange nell'apprendere della morte dell'amico Lazzaro, di colui che grida al Padre la propria rabbia di fronte al Calvario che si sta consumando.
Ciao e ti sia lieve la terra...
Che la forza sia con tutti quelli che ti hanno amato.


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