mercoledì 14 maggio 2008

STRANI INCONTRI ovvero QUAL E IL DESIDERIO PIU GRANDE DI UN BAMBINO?

1) Stanotte ho passato una notte difficile. Di quelle notti che ti giri e rigiri nel letto e non riesci a pigliar sonno. E ti assale (almeno a me capita cosi) persino una sostanziale pigrizia che ti porta a startene sdraiato senza nemmeno avere la voglia di prendere un libro e trascorrere le ore in compagnia di pagine che hanno sempre qualcosa da insegnarti (perché un libro, qualunque libro, ha sempre da insegnarti qualcosa a patto tu lo voglia stare ad ascoltare). Stamani, dunque, alle 7 ero già in auto verso un angolo di quiete che da tempo sono solito frequentare quando ho bisogno di starmene un pò per conto mio. Niente di paradisiaco, tutt'altro: il luogo scelto, infatti, è Fusina. E però di mattina presto lo spettacolo che ti si disvela agli occhi è davvero unico: Venezia sullo sfondo sembra così vicina da poterla toccare, e le isole sulla sua destra sembrano macchie dorate colpite dai raggi di un'alba che si fa via via sempre più prepotente. Oggi poi è sceso da uno dei primi vaporetti un personaggio eccentrico, coi capelli bianchi arruffati, una camicia bianca finemente lavorata ed una custodia sottobraccio. Eravamo solo noi due. I gabbiani si libravano in cielo e sembravano gareggiare con stormi di rondini in cerca degli insetti mattutini. Lui mi ha guardato, mi ha sorriso, mi ha chiesto una sigaretta. E poi, senza dire nulla, ha estratto un clarinetto dalla custodia ed ha iniziato a suonare. Una melodia struggente, bellissima. Per un istante mi è sembrato che tutto, persino gabbiani e rondini, si fermasse rapito dall'estasi di quelle note. Il tutto è durato una manciata di minuti. Poi, sempre senza dire nulla, ha riposto il clarinetto nella custodia e se ne è andato.
Grazie amico sconosciuto per questo momento di poesia.
2) Ieri pomeriggio, in Teatro, c'è stata la prima riunione operativa con gli insegnanti per definire la stagione teatrale 2008/2009 riservata alle scuole. Mi ha colpito molto una riflessione di Carlo Presotto che, motivando la scelta di presentare uno spettacolo teatrale per le elementari dedicato alla filosofia, diceva che per un bambino il desiderio più grande è quello di non fare domande banali. E' proprio vero. E mi chiedo: se le domande dei bambini sono intelligenti (perché lo sono, sempre e comunque), le risposte di noi grandi sono sempre così cretine?
Che la forza sia con voi



Appello veloce, veloce: per favore giù le mani dalle pagelle. Ohhh, che siamo matti? Cos'è 'sta storia che le vogliono dare solo via telematica? Ma volete mettere la gioia nel leggere sex (non pensate male, è SEI scritto in questo modo perché non si possa alterare e diventare sette; io ci avevo provato ma con la scritta sex non c'è verso, impossibile modificare nulla) in qualche materia e l'incazzatura profonda perché quella del primo banco, quella che ci stava con tutti tranne che con te (A. Venditti), al solito ha il massimo dei voti ovunque? La gioia profonda di ritrovarle (come è capitato a me un pò di tempo fa) dopo decenni e scoprire che, stranamente, quel 5 in latino te lo eri proprio dimenticato.....


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