mercoledì 25 giugno 2008

ACIAMPAMENT DE BASA ma anche L'ARTE DELLO SPECK



Ieri ho trascorso una giornata intera con Stephen, dinamico, giovane e preparatissimo direttore dell' ecomuseo della Civilità Ladina a San Martino, piccolo paesino in alta val Badia. Al museo ci si arriva con circa tre ore di viaggio, passando per Cortina, salendo al Passo Falzarego (merita una visita il museo all'aperto della Grande Guerra) e poi giù in direzione Val di Funes che i più ricorderanno per essere la patria natale di Reinold Messner. La Ladinia è un'enclave etnolinguistica che si estende tra Veneto e Trentino coprendo almeno 5 valli (le più importanti sono la Badia, l'Ampezzano, la Val Gardena, la Val di Funes) ove vi si parla il ladino, una lingua retoromanza assurta ad insegnamento universitario (il titolo del post è ovvio: campo base in ladino). Il museo (aperto, tutti i giorni, dalla domenica delle Palme a tutto ottobre e dal 26 dicembre fino all'ultima domenica di Quaresima tre pomeriggi la settimana) è ospitato in un castello medievale, restaurato dalla provincia autonoma di Bolzano (20 miliardi l'investimento richiesto), mentre tutto l'apparato amministrativo è ospitato in una modernissima sede a fianco del castello. L'anno scorso ha toccato quota 26,000 visitatori ed è curato da Stephene con 6 collaboratori (alcuni stagionali) all'insegna della massima flessibilità (può accadere, ad esempio, che lo stesso direttore faccia delle pulizie straordinarie o che il personale addetto alla sorveglianza segua pure il bar o la biglietteria). Il museo ospita, come attività corollarie, molte mostre. Giusto ieri si stava concludendo quella dedicata alle coppelle : lastre di pietra dove la mano dell'uomo ha inciso degli incavi di cui né gli archeologi né gli antropologi sanno spiegarsi il motivo (vi sono almeno 3 teorie al riguardo: c'é chi sostiene che fossero strumenti per antichi riti contro l'infertilità della donna; per altri erano lastre tombali e gli incavi erano fori simbolici da cui l'anima poteva uscire; per altri ancora rappresenterebbero le costellazioni) e che sono presenti in parti diverse del mondo.
A pranzo, Stephen mi ha accompagnato al passo delle Erbe, all'albergo - ristorante Utia de Borz che si torva a 2000 mt. d'altitudine. Qui ho conosciuto il titolare, Fabrizio, che mi ha intrattenuto sull'arte dello speck che lui prepara insieme al fratello in un maso poco distante. Fabrizio mi ha spiegato che il "suo" speck è arricchito solo con bacche di ginepro, affumicato per 15 giorni (solo la notte mentre il giorno viene esposto alle correnti d'aria) con paglia di larice e stagionato per 6/7 mesi. Viene conservato in cantina ove, periodicamente, si spande sul pavimento un poco di vino in modo da arricchirne il sapore. Lo speck va tagliato a mano, usando un coltello dalla lama larga e con colpi netti e precisi in modo che la parte grassa rimanga nettamente separata da quella magra: è offesa mortale il tagliarlo con l'affettatrice perché il movimento della lama scalda troppo lo speck e ne "fonde" il grasso. Fabrizio mi ha fatto assaggiare lo speck e la pancetta accompagnati da cetrioli e peperoni in agrodolce ed una salsa di cren davvero corposa. Il primo piatto consisteva in mezzelune di ricotta e spinaci; per secondo uno spezzatino di cervo con polenta. Infine un piatto di formaggi misti. Il tutto con vino trentino, corposo e robusto. Alla fine una grappa di genziana sempre uscita dalle mani amorevole di Fabrizio e della sua famiglia. Il luogo è stupendamente suggestivo: pranzi all'aperto con il Sasso di Putia che puoi toccare quasi con mano e, poco distante, il massiccio delle Odle (in foto). Al solito: andateci soprattutto se avete bambini piccoli. Non ve ne pentirete.
Al ritorno abbiamo completato la visita al museo che ha un fornitissimo bookshop ove ho acquistato una pubblicazione del museo, si tratta di un volume di Pinuccia Di Gesaro, Le streghe dolomitiche; saggio attorno ad uno degli elementi comuni a tutte le civiltà contadine e cardine di buona parte della letteratura popolare (i nostri nonni le chiamavano strie, specialmente nella zona che vira tra Chioggia e Padova).
Che la forza sia con voi.....e...STATE BUONI SE POTETE


Per tutti quelli che...hanno ragione, hanno veramente ragione

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