venerdì 13 giugno 2008

CREDIBILITA

Vi allego quel che il mio amico Matteo Renzi, giovane presidente della Provincia di Firenze, scrive (il grassetto è mio) sul suo sito a proposito di immigrazione. Al solito Matteo è persona schietta col pregio di dire sempre ciò che pensa....
La vera fregatura è che non ci considerano credibili, purtroppo. Non ci considerano in grado di esprimere un ragionamento serio su questo tema. Perché se fossimo davvero seri con noi stessi, fino in fondo, diremmo che il progetto di assoggettare l'idea stessa di immigrazione alla sfera del penale è un gigantesco errore. Una follia pura e semplice. Altro che intercettazioni o riforme o conflitto di interessi. Se fossimo seri con noi stessi, fino in fondo, dovremmo dirlo che su questo tema il governo sta prendendo la prima cantonata...Oggi questo pianeta corre grazie all'immigrazione, non nonostante l'immigrazione. Questo mondo oggi viaggia a doppia velocità perché un signore di colore può diventare Presidente degli Stati Uniti e la sua nonna di 86 anni festeggia la nomination nel villaggio nel quale è sempre vissuta. Che si trova in Kenya, non in Minnesota. E i nostri nonni facevano in Benelux o in Svizzera, negli Stati Uniti o in Germania la stessa dura vita di immigrati che stanno facendo da noi generazioni di albanesi piuttosto che di africani o asiatici. Amici, niente demagogia, per favore. Questo mondo oggi viaggia a velocità doppia perché un terzo degli ingegneri della Silicon Valley sono stranieri. La Ferrari è il simbolo vincente del "Made in Italy" grazie ai suoi ingegneri anche indiani e cinesi (vedendo il Gran Premio di domenica scorsa potremmo aggiungere che per essere vincenti bisognerebbe anche dire ai piloti inglesi di rispettare i semafori, ma questo è un altro discorso che può apprezzare solo chi ama la Formula Uno). E forse anche Firenze avrebbe bisogno di stroncare il vergognoso racket di venditori abusivi e aprirsi più a una dimensione di scambio internazionale. Se fossimo seri davvero con noi stessi non avremmo paura a dirlo: il problema non sono gli immigrati. Attaccare l'immigrazione clandestina in modo così semplicistico è folle. Quasi tutti i bravi immigrati, integrati e per bene, sono passati da un periodo di clandestinità. E soprattutto sono persone, non numeri. L'idea di perseguirli penalmente solo perché cambiano nazione non funziona. Ed è concettualmente un autogol gigantesco.Solo che, noi del centrosinistra, non lo diciamo con la dovuta fermezza (anzi: il mitico Di Pietro, l'uomo che ci insegna tre volte al giorno come fare l'opposizione, è persino d'accordo con questa geniale trovata in salsa leghista). E sapete perché?Perché non abbiamo il coraggio di terminare il ragionamento.Il problema, infatti, non è l'immigrato maghrebino se è onesto e rispetta le regole del gioco. Il problema è la giustizia italiana. Se tu commetti un reato, per me puoi essere nato a Belluno come a Novi Sad, al Cairo come a Montreal, io ti punisco. Che significa dire: ti prendo. Non ti consento di scappare perché decorrono i termini o per altre diavolerie giuridiche. Ti metto in galera, dicesi galera. Ti aiuto a rieducarti. Ma fino all'ultimo giorno stai dentro. Senza quell'indulto quotidiano di cui ha parlato qualche giorno fa il capo della polizia, Manganelli. Perché la vera fregatura è la mancanza di certezza della pena. È l'idea di una giustizia all'acqua di rose. È la possibilità di farla franca anche quando ti pigliano. C'è un'altra cosa da fare, soprattutto se voto a sinistra. Hai commesso un reato? Non ti compatisco. Non ti giustifico. Non invento scuse per trovarti un alibi sociologico. La sociologia è una fantastica scienza. Ma utilizziamola per altri scopi, please.L'atteggiamento della destra per cui tutti i clandestini vanno perseguiti penalmente ha un'altra faccia della medaglia altrettanto ideologica e fuori di testa: il buonismo superficiale di chi dice “Poverini, vanno capiti, hanno sofferto tanto”. Come se il fatto che tu hai sofferto tanto, consentisse di acquisire un diritto a far soffrire gli altri: l'avete mai sentito un ragionamento più sballato?È un errore concettuale molto grave, davvero molto grave, pensare che l'immigrazione possa essere reato. Il fatto che lo stia dicendo il Governo con il maggior consenso popolare paradossalmente è un'aggravante.Intendiamoci bene. Se fossimo seri lo diremmo con maggiore forza. Se non lo facciamo è perché siamo stati sconfitti anche perché non abbiamo saputo leggere la crisi enorme di sicurezza che ci sta attanagliando. È un dramma. Oggi una ragazza fiorentina alle nove di sera, generalmente, ha paura a prendere un autobus. Una ragazza fiorentina alle nove di sera. Vi rendete conto? Preferisce farsi accompagnare o prendere un taxi o non uscire. Lo sapete vero? Vorrà dire qualcosa, no? Non sarà solo colpa della tv...Quello della sicurezza è un tema enorme, che va affrontato senza la pelosa finta solidarietà di chi accampa scuse sociali (vergognose!) per chi compie reati. Bisogna avere il coraggio della verità e la durezza della giustizia. Se tu compi un reato, per me puoi avere tutti i problemi sociali di questo mondo. Ma il mio compito è quello di punirti e rieducarti. Non di giustificarti. Su questo le parole della sinistra, ahimè, non sono mai state chiare e squillanti, purtroppo. E ciò agevola il gioco della destra. Che parla alla pancia degli italiani, si dice. Ma anche al loro cuore. Ero a pranzo con alcuni commercianti, di sinistra l'altro giorno. Uno di loro “sono sempre andato alle manifestazioni con la bandiera del PCI e ho il fazzoletto rosso al collo da quando ero piccino” mi ha detto: “Ma che la fate finita di trovare scuse per questa gente che delinque? Non se ne può più!”.La sinistra deve cambiare passo e riscoprirsi blairiana: duri con il crimine, duri con le cause del crimine. Una giustizia che funziona, che non fa scadere i termini, che si preoccupa di assicurare la sicurezza ai cittadini è roba di sinistra, credete a me.Per creare sicurezza, inoltre, occorre investire anche sulla cittadinanza. In Sant'Ambrogio a Firenze la presenza attiva del banchino del trippaio e di un tessuto di commercianti intelligenti e sensibili ha diminuito la microcriminalità. Avete letto bene: talvolta è, paradossalmente, più utile un trippaio che non dieci pattuglie. Perché crea controllo, diffonde serenità, impone attenzione. No alla logica delle ronde, che privatizzano la polizia. Al contrario, abbiamo bisogno di pubblicizzare il controllo. Dobbiamo animare una terra, cambiare le luci, far vivere le persone anziché lasciarle ghettizzate nei dormitori. Certo: controlli alle frontiere, lotta senza quartiere ai mercanti di esseri umani che si fanno pagare per viaggi a rischio enorme sulle carrette del mare, durezza e severità (come fa la Spagna, peraltro: buoni a criticare noi, proprio loro che hanno militarizzato tutte le coste). Ma non è la badante rumena che sta in Italia qualche settimana senza permesso prima di essere assunta il nostro problema.Il Governo vuole cambiare passo (e io ho fiducia nel nuovo ministro della Giustizia)? Bene. Cambi le regole della giustizia e dia certezza che un criminale arrestato resti dentro e non se ne vada a zonzo, anziché rassicurare le camicie verdi di Varese. Il Governo governi, senza cavalcare la paura degli immigrati in quanto tali. Ci rendiamo conto che casino rischia di succedere nelle classi elementari in cui ormai il tasso di presenze straniere è molto significativo? Ci rendiamo conto che messaggio devastante potrebbe passare? Ci rendiamo conto che stiamo costruendo le condizioni per i conflitti etnici con la terza generazione? Un capolavoro di tattica e di strategia...Il Governo vuol fare capire che la musica è cambiata. Posso dirlo? Fa bene a farlo. Perché noi non siamo stati all'altezza su questo. Ma metta una musica seria. Non racconti frottole. E l'opposizione pronta a fare le barricate su questioni di serie B, lasci stare Travaglio. E si preoccupi di acquisire credibilità sulla sicurezza. Talmente tanta credibilità da spiegare serenamente alla gente che punire penalmente l'immigrazione clandestina è la risposta sbagliata a un problema reale.



Son passati già 11 anni... ma a me manca e molto:



Che la forza sia con voi...

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