PICCOLO PER DIVENTARE FRATELLO
Perché questo incontro? Gigi, un uomo, un cristiano, un prete. Lo vogliamo ricordare, ad un anno dalla sua morte, per non dimenticare. E per affidare la sua memoria all’intera chiesa diocesana.
La sua è stata la vita di un prete di periferia, vissuta tra la gente, senza il riparo e la forza di titoli e incarichi prestigiosi. La vita di un uomo che, povero tra i poveri, si è lasciato convertire all’unico Maestro. La sua poteva sembrare un’esistenza fragile, ma la fragilità è l’origine della voglia di legame, di comprensione, di amore. “Essa è una risorsa, una strategia, una visione di vita che fa apparire la ricerca di potere come un’atrofia del vivere” (E. Ronchi). Gigi ha cercato di essere semplicemente un seme di Vangelo, perché la Chiesa tutta, in obbedienza al suo Signore, diventasse il luogo della misericordia e della fraternità. Con tutti. In lui la fragilità, la piccolezza, non era incapacità di fare o di pensare, ma un offrirsi disarmato al mondo, nella speranza cristiana che un giorno il vincitore non sarà più il forte e il violento, ma colui che dà e riceve amore, in una radicale mitezza dello spirito. Leggiamo infatti: “Beati i miti, perché erediteranno
la Terra”. (Mt 5, 5)
Che la forza sia con voi e...buon lunedi!
Una gita scolastica...l'ultima prima della maturità. Una spiaggia a Sanremo, qualche bottiglia di vino ed un falò improvvisato..e la tua chitarra a strimpellare tante canzoni. E noi a cantare a squarciagola promettondoci e ripromettendoci che mai, mai ci saremmo persi di vista. Poi la vita ti impone di scegliere: chi è andato a Milano, chi all'estero, chi è rimasto. Ma, ne sono convinto, ciascuno ha saputo conservare in sé suoi sogni, le sue emozioni, la sua poesia. Ricordi? Fra quelle canzoni vi era anche questa. Ho saputo stamani, amico mio; solo stamani: forza, forza...gliela farai!
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