martedì 11 novembre 2008

RIVINCITA?


Col 57% dei voti, dunque, Lorenzo Dellai si riconferma, per la terza volta alla guida della Provincia Autonoma di Trento. Ciò che sorprende non è tanto questo successo personale: immagino che chi ha ben governato, venga premiato dagli elettori. Il dato significativo è il successo del PD (primo partito col 21,62%), l'affermazione della Lega che però non sfonda (strano in una provincia autonomista) e l'insuccesso del PdL che si ferma al 12,6%. Ma la vera sorpresa è l'affermazione dell'UPT (Unione per il Trentino), una formazione politica creata ex novo proprio da Dellai con l'obiettivo di dare una casa a quell'elettorato di centro e moderato, indispensabile per vincere qualunque elezioni. Strategicamente opportuna mi pare, dunque, l'alleanza con l'UDC anche se essa riguarda una terra che è stata la patria di De Gasperi (nato a Pieve Tesino) - un politico, ebbe a dire una volta, guarda alle prossime elezioni; uno statista alla prossima generazione -, di Andreatta (nato a Trento); terra dove il cattolicesimo democratico è sempre stato particolarmente rappresentativo. Di fatto però il Trentino (che spesso si è "prestato" quale laboratorio politico) oggi ha tentato, con successo, una via nuova, indicata da più parti negli ultimi mesi (pensiamo alle "provocazioni" di Cacciari sul cosiddetto "Partito del nord") e ben illustrata da Enrico Letta: Dellai ha trovato la formula giusta per dare una risposta di centrosinistra - moderna e avanzata - ad una Lega che proprio dall'attenzione ai temi posti dal Nord ha tratto il suo successo; e la risposta è la creazione di un "partito territoriale", in questo caso l'UPT, una lista civica che ha raccolto il voto UDC come quello di tanti che alle politiche avevano votato PdL; con un partito affiancato al PD e attentissimo alla realtà locale, siamo stati capaci di attrarre il voto moderato.
Ora, mi chiedo, questo modello può essere esportato anche in altre zone del Nord Italia? Riuscirà davvero il PD ad essere, come ha spiegato Letta, "generoso perché non ha guardato alle proprie percentuali ma alla vittoria finale"? Riuscirà a raccogliere la sfida intellettuale e politica di mettere insieme sensibilità tra loro diversissime come i moderati da un lato e gli elettori di sinistra dall'altro?Ovvio che la strada è in salita: esistono alcune realtà territoriali (penso a quella mirese) ove il centrosinistra - così come riprodotto su scala nazionale - non c'é: da questo punto di vista penso sia arrivato il momento per ricomporre il quadro, ricostruire un centrosinistra progressista e riformista. Anche a Mira.
Che la forza sia con voi


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