martedì 4 agosto 2009

CANDIDATURE





Da http://www.fullio.it/, il blog di Andrea Causin:








Care democratiche e cari democratici,
ieri (venerdi, ndr) alle 18.00 ho depositato a Padova, presso la sede regionale del Partito, la mia candidatura alla segreteria Regionale del Partito Democratico del Veneto.
Moltissimi amici, militanti, amministratori e dirigenti del PD Veneto in questi giorni mi hanno chiesto la disponibilità ad affrontare questa sfida.


Donne e uomini che sono approdati nell’esperienza politica del Partito Democratico con percorsi e storie diverse. Storie antiche e storie recenti.

Donne e uomini che hanno saputo ritrovarsi nel faticoso e necessario lavoro di confronto sui contenuti, nella visione di un partito che supera le vecchie appartenenze e si propone come unico e autentico soggetto riformista per il Paese e per il Veneto.

Donne e uomini che hanno saputo ritrovarsi in una candidatura, la mia.

Quella di un uomo che ha la sua storia.

Vivo questa richiesta con un duplice sentimento, di orgoglio e di responsabilità.

La responsabilità di chi è consapevole dei propri limiti e che sa che possono essere superati solo nella prospettiva di vivere questa esperienza nella piena condivisione e affidamento agli altri.

Una responsabilità che assumo mettendo a disposizione prima di tutto la mia vicenda umana.
Nella prospettiva di assumere un compito nuovo, penso al percorso che mi ha portato qui.

Penso alla famiglia in cui sono cresciuto, un ambiente dove ho imparato la dedizione al lavoro, il valore della lealtà, il rispetto per gli altri e l’attenzione ai più deboli.

Penso alla mia giovane famiglia, che condivide e sostiene il mio impegno e che vive un destino condiviso e la speranza con tantissime altre famiglie del Veneto.

Penso alla mia esperienza formativa, ai docenti e ai compagni di scuola che ancora oggi sono preziosi compagni di vita.

Penso agli anni passati in azienda, dove ho lavorato nel settore del credito alle imprese e deve ho conosciuto centinaia e centinaia di artigiani, imprenditori, commercianti che hanno fatto della propria vita l’arte di intraprendere.

Penso al mio impegno nelle ACLI, una grande organizzazione del lavoro dove mi hanno insegnato che “stare dalla parte della gente” non è un’idea astratta. Richiede passione, studio ma anche capacità di organizzare servizi e risposte concrete.

Penso soprattutto alla mia passione politica maturata, com’è è accaduto per molti altri giovani della mia età, nei primi anni novanta. Gli anni di tangentopoli, delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio.
Gli anni in cui crollava il sistema dei partiti che avevano fatto crescere la nostra giovane e fragile democrazia. Gli anni in cui era più semplice rifugiarsi nel privato, negli affetti, nello studio, nella professione.
Oggi, con la stessa passione, accetto la sfida di candidarmi alla Segreteria Regionale del Partito Democratico, nella consapevolezza che il congresso è un tempo straordinario.

Un tempo in cui non ci sono nemici, ma semplicemente degli “avversari” che portano una sensibilità differente, una sensibilità indispensabile e preziosa per continuare a costruire questa straordinaria esperienza condivisa che è il Partito Democratico.

Facciamo in modo che questo sia un tempo fertile, un tempo in cui si possa parlare del Veneto e del suo cambiamento veloce e per certi versi drammatico, che la destra non è più in grado di interpretare, delle proposte e delle sfide che abbiamo davanti.


IL VENETO VA VELOCE

Il Veneto negli ultimi 10 anni è cambiato profondamente.

La parola, sintesi del cambiamento a cui abbiamo assistito, è “velocità”.

La velocità dei processi economici: crescita, globalizzazione, internazionalizzazione, delocalizzazione e, negli ultimi mesi, crisi.
La velocità con cui è cambiato il mondo del lavoro.
La velocità con cui sono sorte le zone industriali e artigianali.
La velocità di cambiamento degli stili di vita.
La velocità con cui sono cresciute le aree urbanizzate delle nostre città e dei nostri paesi.
La velocità con cui si sono intasate di traffico, locale e di attraversamento, le strade, quelle vecchie e quelle nuove.
La velocità con cui in soli 18 anni siamo passati da 36.000 immigrati regolari a 480.000 stimati nel 2008.
La velocità con cui la presenza nelle scuole di allievi stranieri è arrivata al 15%.
La velocità con cui le nostre comunità sono divenute meno familiari, meno sicure.
La velocità con cui aumenta il bisogno di cure sociali e sanitarie, a causa, soprattutto, delle malattie senili, e della non autosufficienza.
La velocità con cui stiamo consumando l’ambiente, il territorio, le tradizioni e i legami di comunità.

La politica si trova ad affrontare una nuova questione sociale: deve colmare la distanza tra la rapidità del cambiamento e la lentezza della politica nell’organizzare risposte adeguate ai nuovi bisogni. Il Partito Democratico deve e vuole misurarsi con questa prospettiva, deve avviare un forte investimento culturale, guardando al futuro e affrontare con decisione le sfide inedite che pone la trasformazione della società Veneta.

Ma non è una sfida da vincere in solitudine. C’è un capitale sociale vitale e generoso, su cui fondare l’iniziativa politica e su cui investire

E’ il Veneto delle 500.000 imprese, che produce oltre il 10,5% della ricchezza nazionale, che si avvale della manodopera di oltre 2 milioni e mezzo di lavoratori e lavoratrici, 480.000 dei quali sono stranieri e regolarmente residenti.

E’ il Veneto degli operai e dei tecnici che si inventano un’impresa, il Veneto degli ospedali che funzionano.

E’ il Veneto degli enti locali che hanno il più basso rapporto tra dipendenti e abitanti, e il Veneto dei Sindaci imprenditori del bene comune.

E’ il Veneto delle Università di eccellenza, nel campo dell’economia, della fisica, dell’ingegneria, della medicina, il Veneto che non ha materie prime ma che è primo al mondo nell’arte di creare e trasformare prodotti e nel concepire servizi.

E’ il Veneto delle Città d’Arte, delle Dolomiti e delle Spiagge che primeggia in Italia per la quantità e la qualità dell’offerta turistica e il Veneto che da sempre è campione nella solidarietà, con la sua miriade di associazioni, gruppi e cooperative che si occupano della cura delle persone, di assistenza, di ambiente, di sport e di cultura.


UNO SPAZIO POLITICO NUOVO

Per il Partito Democratico si presenta un’occasione irripetibile.

La destra in Veneto ha fallito e non è più in grado di governare il cambiamento della nostra comunità. Da una parte lacerato dalle spinte della Lega Nord che agisce solo in chiave propagandistica, alimentando e cavalcando le paure della gente mentre è intenta ad acquisire spazi di potere e di gestione e dall’altra guidato dall’immobilismo del Popolo della Libertà, che senza alcuna visione prospettica della Regione e si limita a gestire le consistenti partite economiche del bilancio regionale.

La conseguenza di questa situazione è una totale incapacità, da parte della destra, di affrontare le conseguenze drammatiche della crisi economica che gravano sulla vita di lavoratori, artigiani, imprenditori e delle loro famiglie.

La legislatura iniziata nel 2005 e il governatore Galan si presentano alla scadenza del 2010 con un bilancio fallimentare.

Per l’incapacità di approvare lo Statuto
, uno strumento di definizione dei rapporti tra la Regione e le comunità locali, che doveva servire a delineare i compiti e i confini delle funzioni legislative ed esecutive delle istituzioni del Veneto.

Per l’incapacità di dare una risposta adeguata alla crisi e di predisporre quelle misure di sostegno al credito che potrebbero consentire un valido supporto alle imprese, soprattutto quelle piccole.

Per l’incapacità di dare una risposta alle migliaia di lavoratori che si trovano in difficoltà e che subiranno gli effetti della crisi soprattutto tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010.

Per l’incapacità ad attuare quelle misure di riforma del sistema sanitario che sia in grado di garantire
anche nei prossimi anni, con l’aumento dell’età media e delle patologie croniche, uno standard elevato di assistenza sanitaria a tutti i cittadini del Veneto.
Per l’incapacità di guidare la riconversione di un’area strategica,e a forte vocazione economica, come quella di porto Marghera.

Per l’incapacità di dare risposta alla Montagna Veneta, che attraverso i referendum di Sovramonte e Lamon ha lanciato un disperato grido d’aiuto, che è rimasto inascoltato e umiliato dalla volontà del governatore Galan di non riconoscere la specificità e l’autonomia di un territorio che sorge per il 100% in area montana.

La destra ha gestito la Regione in modo ordinario, come se nulla stesse cambiando intorno. Ha accentrato la capacità di spesa mentre centinaia di Comuni del Veneto venivano stritolati dai minori trasferimenti dei governi Berlusconi e dal patto di stabilità.

Il Popolo della Libertà ha assistito silenzioso alle campagne della Lega Nord, tese ad alimentare l’odio, a far crescere in Veneto la cultura del sospetto e della paura verso il vicino di casa, di banco….

Il fallimento della destra apre oggi per il Partito Democratico uno spazio politico nuovo e inimmaginato.

Le sfide vincenti di tanti Sindaci, da Vicenza a Padova, al vittoria della provincia di Rovigo e di tante altre realtà amministrative grandi e piccole dimostrano che attorno al PD è possibile costruire maggioranze affidabili e vincenti, guardando anche oltre gli scenari del passato.

Vincere in veneto e vincere “il Veneto” non sono più fatti incidentali.
Si è vinto perché c’erano i candidati giusti, perché si è costruita una visione amministrativa capace di dare delle risposte alle nuove istanze della società veneta, anche perché vi è stata una sperimentazione e una ricerca nella politica delle alleanze ma soprattutto perché si è scommesso in una nuova prospettiva culturale: la cultura di governo.

Per questo è necessario che il percorso culturale del Partito Democratico non s’interrompa, che non si fermi con la testa rivolta al passato, cercando magari rifugio nelle storie dei singoli, nelle provenienze e nelle identità del secolo scorso. E’ vitale che il Partito Democratico non ceda alla tentazione di cercare approdo sicuro in storie, e scelte politiche antiche e recenti, che pur gloriose e importanti, sono oggi assolutamente inadeguate e inefficaci ad affrontare le sfide della modernità.

Abbiamo scontato pesantemente in questi anni l’incapacità di capire e affrontare le tensioni della società veneta. Siamo stati a lungo latitanti sui temi della sicurezza, sulle difficoltà del nostro sistema d’impresa, sulla necessità dell’autonomia e delle risorse finanziarie dei comuni.

E’ tempo di accettare le sfide economiche, sociali e ambientali che pone il Veneto.
E’ tempo di tracciare una direzione per gli anni che verranno.
A questo deve servire, nella nostra regione come nel resto del Paese, il Partito Democratico.
Per questo abbiamo fortemente voluto fare del PD una grande forza popolare di centrosinistra dal profilo culturale e programmatico completamente nuovi.

E in questo sta tutta la nostra sfida, ovvero nella capacità di dare vita a un nuovo riformismo che abbia il coraggio di sfidare le destre senza rincorrerle, mettendo in campo una gerarchia nuova di valori e di azioni proiettate al futuro.

Valori e azioni che ci consentiranno l’anno prossimo di confermare l’amministrazione di Venezia, città simbolo, che è da sempre luogo di sperimentazione politica. Ma anche di puntare in modo serio al governo della Regione.


UN PARTITO FORTE, FEDERATO, APERTO e RADICATO NELLA SOCIETA’

Per fare tutto ciò non possiamo lavorare alla giornata, permetterci il lusso di cambiare leadership seguendo le mode e gli umori.

La stabilità è la condizione necessaria affinché l’opera di radicamento del partito nel territorio del Veneto possa continuare in modo efficace.

Il Partito Democratico in Veneto ha il dovere supremo di dare prima di tutto delle risposte alla società Veneta, una società a imprenditorialità diffusa, dove il principio di auto-organizzazione, il valore del lavoro e la propensione ad investir sul futuro hanno pervaso l’economia, estendendosi alla vita sociale, alla famiglia, all’associazionismo, alla cultura.

Una società che ha dimostrato una straordinaria capacità nel creare e distribuire ricchezza, di portare a condizioni diffuse di benessere, di mobilitare la società anche attorno a valori morali che hanno prodotto il radicamento delle tradizioni civiche, una presenza del volontariato sociale e, ben oltre i proclami della Lega e le distonie di lettura della politica Romana, alti livelli di integrazione reale degli immigrati.

La nostra scommessa è quella di prendere sul serio il Veneto riconoscendone il valore, candidandosi autorevolmente a governare il cambiamento in atto.
C’è un bisogno vitale di buona politica, intesa come il rigoroso rispetto delle regole di convivenza civile, di tutela delle libertà, di sicurezza, decoro e giustizia, ma anche come capacità di fornire quei beni pubblici che il mercato non è in grado di produrre in misura e modalità adeguate, come infrastrutture materiali e virtuali, la salute e l’istruzione di tutti i livelli e gradi.
Alla politica oggi viene richiesto di assicurare una equa redistribuzione sociale della ricchezza, sostenendo le attività in difficoltà, valorizzando quelle dotate di grandi potenzialità e fortemente innovative, promuovendo l’occupazione, garantendo l’assistenza agli anziani e ai diversamente abili, la cura dell’infanzia e la cura dei malati.

Per fare tutto questo serve un partito forte, capace di intercettare il consenso.

Radicato capillarmente sul territorio con i circoli, i momenti di approfondimento e di formazione, le feste, le campagne, l’attività incessante degli amministratori.

Serve un partito radicato sugli iscritti, accogliente, capace di promuovere nuova militanza, soprattutto tra i giovani e le donne.

Serve un partito federato, autonomo nella scelta delle candidature che devono essere competenti, e legate al territorio. Capace di costruire autonomamente il proprio gruppo dirigente senza soccombere alle logiche delle correnti romane. Federato soprattutto nella gestione delle risorse economiche. A questo riguardo ci assumiamo l’impegno di destinare la metà del finanziamento pubblico regionale delle Regionali del 2010 per sostenere economicamente, attraverso una modalità che utilizzi criteri oggettivi e trasparenti, i progetti, le iniziative e le attività dei circoli più piccoli e di quelli dei comuni dove il Partito Democratico vive maggiori difficoltà.


Ma serve soprattutto un partito aperto, inclusivo che non sia fatto di soli amministratori – funzionari.

Il Partito Democratico in Veneto avrà delle chance di radicamento e di consenso solo se saprà aprirsi ai talenti della società veneta.
Agli artigiani, agli operai e agli imprenditori.

Alle ragazze e ai ragazzi che rappresentano l’eccellenza dei nostri atenei.

A quelle donne che lavorano e che si prendono cura della famiglia.

Agli uomini e alle donne che sono impegnati nel volontariato, nell’associazionismo-

Ai pensionati e alle pensionate, che non sono un peso sociale, bensì una risorsa imprescindibile del nostro sistema di stato sociale.

Agli agricoltori, ai pescatori che giorno dopo giorno, coniugano la ricerca con la tradizione e che ci fanno eccellere nel campo del vino, dell’allevamento, della frutta e degli ortaggi, dei prodotti fantastici del mare.

A tutti coloro che dedicano la propria vita all’accoglienza dei milioni di turisti che arrivano ogni anno.

Ai giovani che si formano alle arti e i mestieri e che costituiscono la continuità della cultura del lavoro della nostra Regione.

La sfida del Partito Democratico che guarda al futuro, si gioca infine sul rapporto con le nuove generazioni, sull’accesso al credito che possa garantire l’uguaglianza nell’accesso ai saperi, la possibilità di scommettere la propria vita nella dimensione dell’impresa, ma anche di offrire alle giovani coppie un valido fondamento al progetto di vita familiare.

Ci attende un grande compito, quello di costruire un Partito dove le donne e gli uomini siano protagonisti e dove si pratichi quotidianamente l’apertura alla società.
Uno spazio di confronto, di dialogo, di costruzione di idee e proposte condivise che abbia come stella polare il bene comune della comunità del Veneto e dell’Italia.
UN IMPEGNO PER VINCERE IL CONGRESSO E VINCERE IN VENETO

Ci aspettano 3 mesi di grande lavoro

A ciascuno di noi sarà chiesto un supplemento di impegno, sul versante politico, orgnaizzativo e della presenza sul territorio, perché la nostra vittoria in Veneto può segnare seriamente un’inversione di tendenza rispetto a una fase in cui il centrosinistra è divenuto progressivamente residuale.

In queste settimane ho avuto la sensazione che all’interno della nostra mozione ci fosse “più Partito Democratico”, per la modalità civile, partecipata e lineare con la quale abbiamo definito una candidatura.

Per la passione e l’identità di vedute, con cui abbiamo predisposto il documento programmatico (la mozione).

Per la collegialità nelle decisioni e nelle valutazioni.
Quella collegialità che non è stata di casa in altre parti del Partito e che non ci ha messi in buona luce rispetto ai Veneti.

E’ mio desiderio che questa collegialità per noi diventi un metodo.

E’ per questo che ho deciso di proporre per la vice – segreteria, una giovane donna, la parlamentare Vicentina, Daniela Sbrollini che è impegnata all’interno della Commissione Affari sociali della Camera.

Ho chiesto poi a Valter Vanni, di mettere a disposizione la sua passione e competenza per svolgere il ruolo di coordinatore regionale della Mozione Franceschini, con il compito di aiutarci a compiere quell’opera di innovazione di cui il partito ha bisogno, soprattutto nella fase di definizione dei candidati nelle liste delle primarie Nazionali e Regionali.

Desidero infine ringraziare per la presenza oggi Piero Fassino.
Non è un ringraziamento formale.

Tu e Dario, forse per la prima volta dopo tantissimo tempo, avete dato un segno di attenzione alla nostra terra.

La mozione nazionale ha accolto la necessità di trattare le istanze dello sviluppo economico, del valore sociale dell’impresa, della sicurezza, del merito, del federalismo, dell’efficienza.
Un vocabolario nuovo, una lingua che dalle nostre parti si parla da tempo.

E in questa sede devo anche dare atto della fiducia che ci è stata data e che siamo certi di aver ricambiato.

Nessuna imposizione, nessun tavolo romano…..soltanto: decidete voi ciò che è meglio.


DAL PARTITO ALLA SOCIETA’

E’ da qui che partiamo.
Simbolicamente dalla sede del partito.
Ma fino al 25 ottobre saremo nella società.
Nelle località di mare, in montagna, nelle fabbriche piccole e grandi, negli ospedali, nei bar, nelle scuole….
Ed è qui che torneremo il 25 ottobre.
Con il compito di costruire un partito più forte,
più radicato tra la gente,
più federale e più aperto.
Un Partito in grado di dare un governo riformista al Veneto e all’Italia.
Che la forza sia con voi!


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