W LA S(Q)UOLA????
Un mio insegnante di lettere, al Liceo, esortava chi non aveva particolare amore per l'italiano (cosa non scandalosa giacché si era in un Liceo Scientifico) sostenendo che il "saper scrivere" nella liungua madre era utilissimo non foss'altro che per saper compilare un curriculum vitae...
All'Università ricordo ancora come alcuni docenti si rammaricavano perché, di fatto, l'unica "prova scritta" cui erano tenuti gli studenti di Lettere era la tesi di laurea così che spesso ci si trovava di fronte ad aspiranti insegnanti che non andavano particolarmente d'accordo con la materia che sarebbero stati chiamati ad impartire alle nuove generazioni.
Ora questo grido d'allarme è ripetuto sempre più spesso. A partire dall'Accademia della Crusca per finire proprio con i più importanti atenei italiani che, per correre ai ripari, impongono alle matricole test di conoscenza dell'italiano. Oggi apprendiamo che, con un emendamento al disegno di legge sul lavoro collegato alla Finanziaria, di fatto già a 15 anni si può interrompere gli studi preferendo il lavoro al completamento della scuola dell'obbligo (innalzata, come si sa, a 16 anni).
Mi pare una grandissima sciocchezza. Non solo a me. Ma ad esempio all'ex ministro Beppe Fioroni che oggi a Repubblica dichiara L'Italia è un paese che ancora ha pochi laureati e il 40% di coloro che hanno un basso livello di istruzione - il diploma di terza media per intenderci - resta più a lungo senza lavoro e, spesso (aggiungo io) poi ha molte più difficoltà di ricollocarsi in caso di prematura cessazione del rapporto lavorativo in atto. Nè mi pare bastevole la "giustificazione" che il ministro Sacconi ("il 5,4% dei ragazzi tra i 14 e 16 anni né studia né lavora" ha dichiarato a Il Sole24ore) ha adotto per spiegare l'utilità dell'emendamento: se anziché Tremonti, infatti, a decidere le politiche scolastiche in questo Paese fosse il vero ministro della pubblica istruzione si potrebbe/dovrebbe, anziché tagliare e tagliare, investire nella scuola per individuare percorsi alternativi (che uniscano il sapere pratico con l'istruzione) da offrire a quanti non hanno voglia di studiare. Perché se è lecito che un adolescente non abbia amore per lo studio e per i libri, è una insipienza che i grandi non si preoccupino del suo futuro. Che non è nell'oggi per oggi ma in tutta la vita.
Che la forza sia con voi!
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