mercoledì 13 gennaio 2010

TAFAZZI

Un Partito che si proponga come forza di governo di un Paese e come guida di una coalizione, credo debba avere alcune imprescindibili caratteristiche: l'autorevolezza, la referenzialità, la capacità di elaborazione programmatica. Deve inoltre poter contare su una classe dirigente che ha preventivamente saputo costruire con percorsi formativi ed esperienziali. Se poi questo partito non gode, attualmente, di grande salute elettorale ma da anni ormai è semplicemente costretto a rincorrere gli avversari, deve anche avere l'umiltà di non sclerotizzarsi sulle regole e sugli statuti. Ciò che sta invece accadendo in materia di candidature per le imminenti elezioni regionali, dimostra come il progetto politico del Partito Democratico è ben lungi dal realizzarsi. Ovviamente la responsabilità non può essere ascritta al "povero" Bersani alla guida di questa corazzata da nemmeno tre mesi ma sulla fisiologica incapacità di decidere. E di decidere non col bilancino quanto piuttosto scegliendo chi può realizzare (o almeno provarci) l'obiettivo che ogni partito ha o dovrebbe avere: vincere le elezioni.
In Umbria la presidentessa uscente, Maria Rita Lorenzetti (a scanso di equivoci, bersaniana doc) è stata un'ottima presidentessa. A dirlo un recentissimo sondaggio che la piazza al secondo posto fra i 100 politici più apprezzati dalla cittadinanza. "Purtroppo" è al secondo mandato ed uno scellerato statuto regionale (uguale a quello del Veneto) impone di vietare di ripresentarsi dopo due mandati consecutivi. Ora: se il PD fosse al 35%, se fosse certo di vincere nella maggioranza delle regioni in cui si vota, si potrebbe "rischiare" un rinnovamento. Ma là dove il candidato è naturaliter vincente?
In Lazio assistiamo ad un'altra particolarità del mio partito: Emma Bonino si candida per i radicali e sembra che questa candidatura diventi anche quella del PD incurante del fatto che il Lazio è regione molto particolare ma soprattutto che, dall'altra parte, vi è una buonissima candidata, la Polverini.
In Puglia lo stesso D'Alema (oggi a Il Corriere della Sera) dichiara di non capirci più nulla. Vendola (amici pugliesi di destra mi dicono abbia governato bene) chiede le primarie, il PD rifiuta (capito? Fino all'altro giorno facevamo primarie anche per le assemblee di condominio) e sceglie Boccia che da Vendola fu già sconfitto nelle precedenti primarie di 5 anni fa.
In Veneto, infine, assistiamo alle "autocandidature": poco importa che gli organismi di partito ci siano, che ci siano anche gli iscritti (cui qualcuno, prima o poi, dovrà spiegare perché diavolo li abbiamo convinti ad iscriversi se non hanno praticamente alcuno strumento decisorio), la sindaca di Montebelluna si candida e, al solito, spiazza una classe dirigente che, mentre il centrodestra ha ormai deciso il candidato, a 74 giorni dalle elezioni non ha ancora deciso chi scegliere (e fosse per me che avrei persino avuto la spregiudicatezza di recuperare il soldato Galan sceglierei Bortolussi come candidato presidente e De Poli come vice col compito, però, di salvaguardare la coalizione di centrosinistra al completo...altrimenti col cavolo che si vince).
Mah....
Che la forza sia con voi!
P.S.: dimenticavo: in Abruzzo chi chiede scusa ad Ottaviano Del Turco che, secondo un rapporto dei carabinieri, non aveva favorito le cliniche private (da La Stampa)????????

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