giovedì 24 giugno 2010

IL PUNTO

Da Il Sole24ore, articolo a firma di Stefano Folli:

Il malessere che corrode dall'interno la maggioranza è evidente da settimane, ma non è chiaro se e quando esploderà. Per ora sappiamo che Berlusconi avrebbe voglia di riprendere in mano i destini del centrodestra, mettere in riga Fini, rassicurare Bossi, raggiungere un compromesso sulla manovra economica, far approvare la legge sulle intercettazioni prima di agosto nonostante i rilievi del Quirinale.


In altre parole, il presidente del Consiglio vorrebbe tornare a esercitare a pieno titolo quella leadership che negli ultimi tempi è apparsa appannata e a tratti persino confusa.



Senza dubbio egli avverte il rischio di logorarsi e soprattutto di non riuscire più a controllare la frammentazione della maggioranza in gruppi o correnti che a volte si combattono e a volte si accordano tra loro, ma senza troppo riguardo verso l'autorità del capo, garante della coesione.



La sensazione è di un malessere con origini profonde, che tuttavia si esprime nella maggior parte dei casi facendo leva su temi secondari, qualche volta meramente strumentali. O simbolici. Ad esempio la polemica sulla Padania tra Fini e Bossi. Se per Padania s'intende il richiamo alla «questione settentrionale», si parla di un tema politico serio. Ma se si vuol descrivere un'area geografica definita da una storia, una tradizione o una cultura omogenee, ha ragione il presidente della Camera.



La «querelle» non è molto interessante, e neanche originale, ma nel clima di tensione che si respira a Roma ha dato lavoro ai quotidiani per un paio di giorni. E abbiamo visto un Bossi che nel giro di una settimana ha fatto il mediatore nella capitale (sulle intercettazioni), poi ha mostrato prudenza a Pontida e infine ha dato voce alla sua insofferenza («dieci milioni di padani sono pronti a battersi»). Arrivando a ironizzare sulla nazionale di calcio («si compreranno la partita con la Slovacchia»).



Frase, quest'ultima, senz'altro poco opportuna: strano da parte di un uomo che di solito è molto attento a quello che dice e non dice. E infatti Bossi si è corretto con scuse ufficiali alla squadra azzurra. L'episodio è assai minore, però testimonia di questo disagio diffuso e irrisolto. Certo, se la maggioranza deve incrinarsi, non sarà certo per l'antipatia di Fini verso la Padania o per i giudizi di Bossi sulla nazionale. C'è dell'altro, ma cosa?

In realtà ci si muove su due piani. Da un lato Berlusconi ha caricato di infiniti significati simbolici la legge sulle intercettazioni. E a questo punto il rinvio gli sembra una sconfitta inaccettabile. Tuttavia il testo è meritevole di correzioni alla Camera e qualsiasi forzatura creerebbe contraccolpi istituzionali. Berlusconi non vuole correre rischi, ma nemmeno vuole apparire sconfitto. Teme il logoramento, ma non sa come risolvere il conflitto con Fini. E in questa contraddizione si accentua l'impressione di un leader incerto e indeciso. Quasi un vicolo cieco.




Bossi a sua volta vede i problemi della maggioranza e teme che finiscano per rovesciarsi sulla Lega. Si rende conto che le difficoltà del quadro economico generale, rese più acute dal contrasto fra le regioni e il governo centrale, sono suscettibili di ritardare e forse addirittura di compromettere il federalismo. E ha paura che nei palazzi romani siano in atto manovre per indebolire l'asse settentrionale che sostiene l'esecutivo. Per adesso il malessere non esplode, ma cresce ogni giorno. Minaccioso.


Che la forza sia con voi!

Etichette:

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page