mercoledì 12 marzo 2008

CONTRADDIZIONI

Oggi sono due le notizie che mi hanno colpito (anzi, sarebbero tre ma di una non parlo fino a scudetto vinto)...


La prima: nei prossimi mesi nuovi insediamenti commerciali o ampliamenti di quelli esistenti. Si chiama Grande Distribuzione, un carnevale di suoni, luci e negozi che attirano centinaia o migliaia di persone. Addirittura dandoti la possibilità di trascorrere una intera giornata all'interno di questi scatoloni di cemento. Con la sua solita franchezza, Giuseppe Bortolussi - assessore al commercio a Venezia - definisce il tutto; "un vero e proprio massacro" (La Nuova).


La seconda: l'OCSE ha sancito che i salari in Italia sono fra i più bassi d'Europa, siamo al 23° posto e meglio di noi stanno non solo francesi, austriaci, tedeschi ma anche greci, spagnoli e finlandesi. In Corea lo stipendio annuo medio netto è di 37488 euro, da noi di 19861. Certo: sono medie, statistiche, raffronti. Ma mi paiono significativi.
Innanzitutto vien da chiedersi: ma il mercato, i consumatori (cioè noi) hanno davvero bisogno di questi centri commerciali? Non mi pare - infatti - che con una situazione economica come quella italiana (certo: il Nord Est probabilmente ha cifre diverse) vi sia una domanda tale da assorbire queste strutture.
E ancora: è implicito che, in questo gigantesco mass market, si assista ad una sorta di "globalizzazione" del gusto che rischia di farci perdere alcune preziosità, alcune particolarità anche della nostra cultura culinaria. A casa mia, ad esempio, talvolta si mangiavano i nervetti: erano una parte preziosissima del maiale che venivano prima lessati e poi conditi con olio d'oliva, qualche grano di pepe ed un poco di sale. Avete provato a mangiare - laddove li trovaste - quelli già fatti? Orribili.
Infine: inesorabilmente ci stiamo avvicinando, io credo, ad un punto di non ritorno dovuto alla perdita ormai irreversibile di alcune "vocazioni" economiche a "vantaggio" di altre che paiono però oramai sature. In anni non molto lontani nel nostro Paese esisteva l'industria elettronica, quella metallifera (acciaierie), quella chimica (con il sogno, l'utopia di Gardini). E, tornando ancora un pò più indietro nel tempo, come dimenticare l'ENI di Mattei il quale, anche con spregiudicatezza (si pensi al cosiddetto metodo Mattei), volle addirittura fare concorrenza alle sette sorelle? Ora di questo patrimonio industriale cosa resta?
PP.SS. Non so se sia ancora nelle sale. Ma se lo fosse vi consiglio di tutto cuore di andare a vedere Into the wild, film - basato su una storia assolutamente vera - scritto e diretto da Sean Penn (e finiamola col considerarlo solo come l'ex marito di Madonna: Sean è un regista di incredibile raffinatezza oltre che un artista politicamente impegnato). Un ragazzo, fresco di diploma al College, scappa via. Via dal conformismo, via da una famiglia i cui genitori non si erano divorziati ma tanto i figli avevano capito che non si amavano più. Scappa e viaggia per gli Stati Uniti fino a coronare il suo sogno: l'Alaska. E qui.....
E' un film bellissimo, straordinario. Con una colonna sonora altrettanto struggente a cura di Eddie Vedder, già frontman dei Pearl Jam . Ascoltate questo brano..e piangete, ridete, amate...è o non è semplicemente meraviglioso?
Che la forza sia con voi (con te soprattutto)


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