mercoledì 19 marzo 2008

SUL TURISMO

Sono trascorse pochissime settimane dal momento in cui, nel corso del nostro incontro quotidiano, il sindaco mi ha chiesto di assumere anche la delega al Turismo. Come al solito ho chiesto un po' di tempo per pensarci e poi ho accettato. Perché? Non per smanie di protagonismo o per noia (vi assicuro che il lavoro è comunque davvero tanto). L'ho fatto intanto perché nel programma con cui abbiamo vinto le elezioni è stabilita una stretta connessione tra turismo e cultura. Poi perché amo le sfide e penso che in materia di turismo le sfide da cogliere sono tante. Oggi, dunque, (accogliendo anche il suggerimento di una persona) vorrei discutere con voi di Turismo. Da queste settimane di impegno ho ricavato due impressioni solo in apparenza contrapposte: alcune aziende storiche stanno soffrendo il ricambio generazionale. Cosa che accade in tutta l'economia italiana. Anche nel settore turistico, per altro, laddove, invece, si vanno profilando nuove generazioni di imprenditori, esse colpiscono per la freschezza delle idee, lo slancio, la passione e l'amore per il nostro territorio. Un'altra constatazione, quasi doverosa: la Riviera del Brenta non può più limitarsi ad andare al traino di Venezia (e in subordine di Padova) ma deve necessariamente trovare una propria fisionomia, "sfruttando" in un certo senso Venezia e Padova (ma anche Vicenza col Palladio). Deve cioè lavorare su una idea precisa di immaginario collettivo (che, poi, secondo l'UNESCO è una delle possibili definizioni di cultura). Per questo abbiamo fin da subito avviato, anche in riferimento ai progetti PRUSST, un tavolo permanente tra l'Amministrazione Comunale e gli operatori turistici con la presenza anche di Provincia, Regione e Unindustria. Nel corso di questi incontri (che speriamo presto di poter allargare anche a tutti i comuni della Riviera anche se fino ad oggi non ho colto in costoro un particolare interesse) abbiamo cominciato a ragionare proprio attorno all'idea di immaginario collettivo. Io penso che Mira debba essere conosciuta come una città di fiume, di villa e di laguna. Su queste direttrici occorre costruire politiche turistiche efficienti che sappiano attrarre il turista. Qui gli ambiti di intervento non mancano:
1) PALAZZO DEI LEONI: tra un paio di mesi sarà, finalmente, pronto così come pronto sarà il progetto culturale pensato per questa straordinaria realtà ritrovata;
2) ECO MUSEO: quello che Mira aveva non era propriamente un Eco museo; avere un eco museo significa disporre di una realtà museale diffusa al servizio del territorio; significa avere uno spazio "fisico" che introduca il visitatore al territorio ma che poi lo spinga a visitarlo personalmente. Se individuiamo come "aree tematiche fondamentali" dell'eco museo l'AMBIENTE, la STORIA, l'ECONOMIA, esso non può non avere progetti specifici di fruizione della laguna (sistema ciclo turistico, possibilità di compiere escursioni, recupero dei casoni da pesca), della storia (l'abbazia di Sant'Ilario, ad esempio; le ville), dell'economia (recupero dell'archeologia industriale e sto pensando ai vecchi insediamenti della Marchi ad esempio). Ma l'Eco museo deve necessariamente interagire con altre realtà museali presenti nel territorio: perché, ad esempio, non pensare a biglietti cumulativi scontati per chi voglia visitare l'Eco museo, il Museo archeologico di Venezia e quello di Altino?Ancora: l'Eco museo deve necessariamente aprirsi al turista. Quindi deve disporre di indicazioni anche in inglese, francese e tedesco. Anche per le ville occorre avviare una riflessione: perché non inserire nei circuiti di visita delle ville anche le Chiese (in special modo quella di Borbiago, di Oriago e Gambarare?). E attorno a queste realtà pensare a dei corsi professionalizzanti per guide turistiche? Ed è chiaro che l'Eco museo deve rappresentare un progetto che coinvolga anche gli altri comuni della Riviera del Brenta.
3) SCAVI ARCHEOLOGICI DI DOGALETTO: anche in questo caso si deve pensare ad un collegamento coi ritrovamenti fatti in altre zone della Riviera del Brenta (Dolo, Sambruson, Campagna Lupia) e che paiono risalire ad epoche preromane.
Occorre, insomma, creare un SISTEMA TURISTICO DELLA RIVIERA DEL BRENTA in cui i comuni giochino un ruolo fondamentale. Anche in cose apparentemente banali come, ad esempio, modificare alcune norme dei propri regolamenti edilizi per permettere agli albergatori che lo vogliono di realizzare, all'interno delle proprie strutture, impianti di svago come piscine o campi da tennis. O come esercitare una politica di forti pressioni per chiedere e ottenere una puntuale manutenzione delle rive del Naviglio Brenta. O sistemi infrastrutturali moderni e il caso del SFMR è assolutamente esemplificativo (inutile inaugurare una metropolitana che non ha ancora un numero sufficiente di treni!).
Mi piacerebbe conoscere cosa ne pensate.
Che la forza sia con voi!

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