DIFFERENZE
Ho vinto un premio. Già. Per questo blog. E ad insignirmi di cotanto riconoscimento è l'amico Fabrizio Melodia. GRAZIEEEEE. E schiattate di invidia tutti voi che un simil premio non lo riceverete mai. Se non ho capito male ora devo premiare, a mia volta, altri siti con la medesima onoreficenza. Ed io ho deciso di premiare il blog di Massimo, quelli di Andrea Causin e di Emanuele Pagin, di Nico Narsi e di Srazz, di Matteo Renzi (il presidente della Provincia di Firenze). Ma soprattutto i blog che parlano di Mira.
Veniamo alla notizia del giorno (almeno per me lo è, e d'altra parte - che volete? - questo è il mio blog...non vi piace? Fatevene uno voi, se ci sono riuscito io...).
Da picenin (piccolino, in dialetto nostrano) tutto era molto più semplice. Almeno ai miei tempi (mi piace 'sta frase....mi fa sentire vecchio e saggio). Il blu significava poter tirare le trecce alle femmine; poter giocare a pallone e tornare a scuola sudato e infangato; star fuori di pomeriggio fino a quando la mamma non ti veniva materialmente a prendere; pigliare un ceffone dalla maestra, tornare a casa e dirlo al papà che ti raddoppiava la dose senza temere il Telefono Azzurro. Ma il blu significava anche Big Jim che gli schiacciavi il bottone sulla schiena e lui ti faceva la mossa di karate ( che figo!). Mentre il rosa era la Barbie che non ho mai capito cosa ci trovasse in Ken , suo fidanzato storico (si son sposati, poi? Qualcuno lo sa?). Ma anche i cartoni animati dei robot (il ROSA invece era Lady Oscar che però mica faceva schifo nemmeno al BLU) e la merenda con il pane e la cioccolata. Ed era anche mangiare, magari piangendo, il minestrone ché proprio non ti andava giù quella roba lì che non era verdura ma neanche brodo (e che adesso, invece, a 2500 mt. di altitudine, dopo aver preso pioggia o neve per ore, ti mangi come fosse caviale), col papà che, magari, riscopriva la sua origine contadina e ti diceva o te magni chea minestra o te salti daea finestra. Blu era spavalderia, tracotanza. Era pensarsi molto più grandi di quel che si era ma poi aver bisogno della mamma o del papà per andare a letto col buio. Blu significava anche la prima indipendenza come quella di andarsene in bicicletta senza le rotelle. Poi accadeva che un giorno ti svegliavi e oplà il blu...non c'era più. E nemmeno la maestra c'era. Al suo posto altre persone che chiamavi professori. E le femmine non eran più femmine ma ragazze. Ma il Big Jim non lo avevi mica buttato via, nooo. Solo che ci giocavi di nascosto ed era figo lo stesso (d'altra parte io ci giocherei anche addesso; vuoi mettere una bella sfida tra Big Jim al posto di noiosissime riunioni politiche?). E capivi che stavi crescendo. Ma non è che 'sta roba ti piacesse poi molto. Dopo venne un tempo in cui illustri, accademici e baronali pedagogisti e psicologi (categorie che non ho mai amato) decisero di eliminare il blu ed il rosa. E allora a scuola si va vestiti secondo i gusti di mamma e papà che spesso (mi sia permesso dirlo anche se non ho figli) dimenticano che la scuola non è una passerella di moda e che i bimbi hanno un solo, sacrosanto dovere: giocare e sporcarsi e ridere felici. Adesso sembra che si possa, finalmente, tornare indietro. Leggo, infatti, che una parlamentare del PdL (e va beh che ci volete fare..anche loro avranno qualche volta una buona idea no?) - Gabriella Giammarco - ha chiesto il reintegro, a scuola, del grembiule. Al solito, sui giornali, intervengono subito i pedagogisti ed i psicologi che, con formule vecchie e stantie, dicono sostanzialmente di essere d'accordo con la proposta perché in questo modo "essendo una sorta di divisa, riesce a strutturare i bambini come alunni". Nooone, nooone : è giusto indossare il grembiule semplicemente perché....SIAMO PICCOLIIII...
Solo su una cosa non transigo...Non facciamo mica scherzi, ok? Vogliamo il grembiule ma deve essere rigorosamente o BLU o ROSA....
Che la forza sia con voi....
Ascoltatela con attenzione: è amore, è nostalgia, è lacrime e risa, è finire e ricominciare, è tutto....è la vita!
Etichette: SOCIETA
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