martedì 1 luglio 2008

MITA KUYE OYASIN

Sono, di natura, una persona "irrequieta", con una paura folle di annoiarsi e con una vivace curiosità intellettuale specialmente verso le cose che non conosco (e sono tante). Chi mi conosce sa di questa mia curiosità. E dunque cerca, spesso, di propormi nuovi stimoli (adesso basta con le autoincensazioni; Luca Goldoni nel suo Sempre meglio che lavorare, dissacrante pamphlet dedicato al giornalismo, ricorda quel che era solito dire un vecchio direttore de Il Corriere ai giovani assunti: "non dovete mai usare il pronome io; solo quando andrete sulla Luna ve lo concederò"). Così ieri pomeriggio dopo lunga insistenza da parte dell'amico Mario, del gruppo Forma & colore, ho incontrato Domenico Buffarini. Domenico è personaggio assolutamente singolare: nasce ad Albano Laziale nel '39, di laurea dapprima in Giurisprudenza e poi in Filosofia (scelta non causale dal momento che la giurisprudenza si fonda sulla filosofia del diritto). Uomo profondamente e autenticamente di sinistra, Domenico vive in Veneto dove per molti anni è stato membro del Co.Re.Co (il Comitato Regionale di controllo: un organismo, attivo fino a non molti anni fa, che doveva valutare la regolarità tecnica e contabile e la legittimità degli atti deliberativi degli enti locali; compito oggi assolto sostanzialmente dai dirigenti). Egli ha una passione profonda per i nativi d'America, vale a dire per gli indiani (attenzione a non chiamarli pellerossa che è termine assolutamente dispregiativo): sioux, dakota, apache. Passione coltivata con lunghi soggiorni e permanenze presso queste nazioni e che lo ha portato a scrivere diverse opere sull'argomento. Da un paio d'anni è impegnato in un'opera monumentale che ha intitolato Il sentiero delle lacrime: una storia completa degli Indiani, in 6 volumi. Edita da Edizioni Biblioteca dell'Immagine (la stessa di Mauro Corona), di questa storia sono usciti 2 volumi: il primo è pressoché introvabile (e, dunque, al solito vi consiglio una capatina in una libreria di remainders; a proposito: ringrazio l'amico Toni che mi segnala l'apertura, a Vicenza, di una fornitissima libreria di remainders: penso che presto andrò a darci una occhiata poiché sto cercando un'edizione del '48 de Les fleurs du mal di Baudelaire), mentre il secondo è uscito da poco più di un anno. Domenico presenterà questa sua fatica letteraria, ad ottobre, ad Oriago in occasione della pubblicazione del 3° volume. Confesso di non sapere nulla dei nativi d'America. E dunque mi sono immerso nella lettura dei libri di Domenico e ne ho ricavato una straordinaria impressione: gli indiani davvero vivono in piena e perfetta armonia col mondo e con la natura; hanno regole di vita molto precise; un ordine sociale frutto della pacifica e secolare convivenza. Leggete cosa disse un Cherokee ad un missionario gesuita
Io non credo che la mia gente e la gente bianca siano molto diversi. Sia tra noi che tra di voi vi sono uomini buoni e uomini malvagi. Ma, forse, una differenza c'é. Gli uomini malvagi tra di noi vengono isolati e messi in condizione di non nuocere. Da voi comandano.
La prefazione a questa monumentale opera è una chicca assoluta poiché è stata "regalata" a Domenico nientepopodimeno che da Lance Henson , poeta cheyenne vincitore di un premio Pullitzer. In essa Lance scrive: Nella lingua del mio popolo non esiste un termine per dire "amico". Noi abbiamo solo fratelli e sorelle. Domenico Buffarini è mio fratello. Io non so a quanti di voi sia concesso l'onore di essere chiamati non amico ma fratello (a me sì, ma questa è un'altra storia).
Il titolo del post è tratto da una canzone sioux e significa Tutte le creature sono parenti/tutti gli uomini sono fratelli.
Che la forza sia con voi...

La citazione di questo nostro stupendo, splendido, divino e sublime amico fragile è la più appropriata....

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2 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

Bel post, caro Davide. Penso che lo prenderò, dev'essere davvero bello. Vorrei anche ricordare la sempre documentatissima e appassionante "Storia del West" di Bonelli, opera monumentale e mai abbastanza utilizzata nelle scuole. La consiglio caldamente a tutti coloro che vogliono accostarsi in modo diretto e divertente alla storia americana...chissà, magari si comincerà a considerare gli USA non più come un paese di Santi Difensori della Madama Democrazia. Un abbraccio e che la forza sia con te. "Si son presi il nostro cuore/sotto una coperta scura./Sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura./Fu un generale di vent'anni/occhi turchini e giacca uguale..."

Fabrizio Melodia

2 luglio 2008 alle ore 01:42  
Blogger Il sito di Davide ha detto...

Grazie dell'insigne premio o maestro....
Che la forza sia con te sempre e comunque là oltre il fato...

2 luglio 2008 alle ore 12:00  

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