lunedì 30 giugno 2008

RONDINI





Ieri mattina ho fatto un lungo giro in bici. Ho attraversato alcune zone che amo particolarmente, spingendomi sino alla gronda lagunare e alle casse di colmata. Poi sono rientrato attraverso Dogaletto, Piazza Vecchia, Mira. Lungo il giro ho incontrato un vecchio amico e abbiamo pedalato insieme concedendoci, alla fine del percorso, un aperitivo. Lungo il "viaggio" mi sono fermato ad osservare una scena che ho trovato davvero molto bella: un papà con una bimba in bici che si erano fermati lungo uno dei canali che solcano questo nostro territorio. Ed il papà cercava di spiegare alla propria figlia quello che stava vedendo: pesci, piccole rane, uccelli che volteggiavano. Nel primo pomeriggio sono poi andato a trovare uno zio, contadino come contadina era la mia famiglia. Mi aveva chiesto di sbrigare alcuni lavori. E l'ho fatto davvero volentieri. Da bambino, spesso, andavo a trovare i nonni e lo aiutavo con le mucche. In dialetto si dice goernare e bestie l'atto, quotidiano, di pulire la stalla; ed è espressione che mi piace molto ricordare anche perché lo facevo spesso. L'unica cosa che non ho mai imparato, e d'altra parte è dura apprendere, è la tecnica della mungitura manuale; ma il latte appena munto con la schiuma in superficie, quello me lo ricordo benissimo così come ricordo il nonno che, la mattina, mi portava con la sua bicicletta- io bambino - il latte. Che non era latte pastorizzato e quando lo facevi bollire si raggrumava in superficie ed era buonissimo. E poi si doveva tagliare il fieno. Ed una volta tagliato, con la forca, si doveva girarlo spesso sottosopra affinché si seccasse compiutamente e poi radunarlo in covoni. So usare abbastanza bene la falce e so, soprattutto, battere la lama: affilarla con la pietra che va costantemente bagnata d'acqua e poi appesa alla cinta in modo da non rovinarne il filo. E poi la vendemmia col mosto dolciastro che, raccolto in tini, veniva fatto fermentare. E l'uccisione del maiale preannunciata da enormi quantità d'acqua fatta scaldare per pulirne le cotenne. Ed una volta insaccati i salumi, appesi ossetti e costicine la grande festa di ringraziamento per tutte queste bontà (ma il fegato, appena rappreso, quello non gliel'ho mai fatta a mangiarlo anche se mi dicono che con la polenta sia una squisitezza). Ieri pomeriggio dunque ho tagliato l'erba, rastrellato. Sistemato l'orto con particolare attenzione alle piante del cren dalla cui radice (grattugiata e messa in abbondante aceto) si ricava una salsa straordinaria per il lesso (ma anche, provateci, per i formaggi soprattutto il gorgonzola). Ho poi iniziato a fare legna tagliando i grossi rami in piccoli tronchi. Ad un certo punto sono entrato in quella che un tempo era la stalla. Sulle travi del soffitto vi era un nido di rondini da cui spuntavano i beccucci di 4 piccoli. Sono rimasto incantato per molto tempo ad osservare la madre che depositava con amore infinito in ognuno dei 4 beccucci un po di cibo e poi ripartiva in cerca di altri insetti. E mi sono chiesto: ma oggi un bimbo, queste cose ha davvero la possibilità di vederle? Oppure gli sono negate cose che per me erano abituali come assistere alla nascita di un vitello e agli sforzi del contadino se la mucca non riusciva ad alzarsi da sola? Vedere covare le uova e poi mettere i pulcini al caldo con una luce sopra la gabbia per invogliarli a mangiare? Assistere al mutare delle stagioni osservando il cambiamento delle foglie? Regolare il proprio calendario su quello della natura? Osservare l'azione benefica della potatura che segue un rituale immutato nei secoli? Ma anche cose molto più "banali" come correre a piedi nudi sull'erba, rotolarsi, sporcarsi di terra fin sopra i capelli e ridere beati, felici e spensierati? Poi, certo, alla mamma (o al papà) il compito di lavare tutto ma cos'è questa fatica in confronto di un paio di occhioni che ridono felici fino alle lacrime?

Che la forza sia con voi..




P.S. Nulla a che vedere con la pubblicità è progresso ma qui troverete il racconto in prima persona della presentazione di Canto l'uomo d'acciaio di Fabrizio Melodia, effettuata sabato sera ad Oriago. Grazie Fabrizio, anche dell'illustre riconoscimento che hai esteso al mio blog...Appena saprò come diavolo faccio ad inserirlo qui, lo farò....

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