Questo week end, è stato un bel week end. Bello perché ho incontrato (direttamente o attraverso i quotidiani) belle persone. Come Alessio Fasano (nella foto), 52 anni, da Salerno. Attualmente lavora, come ricercatore, all'Università del Maryland ed è assurto agli onori della cronaca perché, fra qualche mese, inizierà una sperimentazione sull'uomo per verificare la validità di una pillola, da lui ideata, che combatte la celiachia. La celiachia è una malattia autoimmune che impedisce l'assunzione di cibi contenenti il glutine. In Italia si calcola che 1 persona ogni 100 è affetta da questa malattia e che ben 500.000 nostri connazionali ne soffrano pur non essendone consapevoli. Il dottor Fasano è un cervello in fuga, in fuga da un Paese - il nostro - "che si regge sul sistema dei figli di papà" come lui stesso ha affermato in una bella intervista rilasciata a Margherita De Bac. Per mantenersi (e mantenere i suoi figli, lui che allora era un ragazzo - padre) negli USA ha fatto anche 4 lavori contemporaneamente. Gran bella persona il prof. Fasano: "Macché professore - confida alla giornalista de Il Corriere - Sono figlio di un ferramenta e me ne vanto. Ho fatto la fame. E me ne vanto. E ora che sono, almeno dicono, il numero uno degli Stati Uniti nel campo della celiachia, per me non è cambiato niente. Figlio di ferramenta resto, cara mia". Gran bella persona anche se con analisi lucida afferma: "Siamo i migliori talenti del mondo e abbiamo le peggiori risorse per la ricerca".
Sabato mattina ho invece "celebrato" alcuni matrimoni civili. E' stato un piccolo viaggio intorno al mondo. Ho sposato una coppia di ragazzi nigeriani che poi, all'uscita del Municipio, insieme ai loro amici hanno intonato un canto nuziale africano e dato vita ad una bellissima danza. Subito dopo ho sposato un ragazzo italiano con una ragazza albanese e ho assaggiato i dolci nuziali di quella terra ancora martoriata: gelatine di frutta con all'interno un piccolo biscotto. Semplicemente straordinari.
Domenica, nonostante il tempo incerto, migliaia di persone hanno partecipato alla Festa dello sport e dell'associazionismo. Confesso che non ho resistito: subito dopo l'inaugurazione, mi son tolto giacca e cravatta, e assistito dall'amico Silvano sono salito lungo la parete di arrampicata sportiva allestita dal C.A.I. che non è (per fortuna) l'Alitalia ma il Club Alpino Italiano e, devo dire, nonostante avessi le scarpe con la suola di cuoio me la son cavata bene!
Beh, che dire? Mica male 'sto Mourinho...davvero. E non tanto per i 3 gol rifilati al Torino, ma per il gioco espresso. E poi rivedere un Adriano che sta tornando ai suoi tempi migliori è davvero una grande emozione.
Che la forza sia con voi....
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