lunedì 27 ottobre 2008

INCIPIT

Si può respirare il dolore? Lo si può toccare, percepire anche se condito da lacrime inespresse? Lo si può guardare, quasi dandogli del tu, vedendo il volto distrutto di una madre addolorata che - quasi - si accascia davanti al ferro che ha crocifisso il figlio? Ieri mattina, col sindaco, sono andato a trovare la famiglia di Matteo, il ragazzo di 32 anni morto - venerdì pomeriggio - in un incidente sul lavoro. Quella di Matteo è una famiglia unita, fondata su valori semplici ma fondamentali: l'amore, l'onestà, la passione per il lavoro. E straziata da una immane tragedia che non può accadere in un Paese civile. No! In un Paese civile non può accadere che un ragazzo di 32 anni muoia mentre sta lavorando. Non può accadere che un genitore sopravviva al proprio figlio martirizzato. Quel venerdì, in tutta Italia sono morti 5 lavoratori: un'ecatombe, una strage degli innocenti che pare inarrestabile. Solo in Lombardia, nel 2007, i morti sul lavoro sono stati 209. E questo mentre sta uscendo nelle sale cinematografiche La fabbrica dei tedeschi, il film - documentario che Mimmo Calopresti ha girato sulla tragedia della ThyssenKrupp di Torino dove, nel dicembre 2007, morirono 7 operai, e che è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.
Per una di quelle strane associazioni di idee che a volte accadono, ho pensato a Matteo (e a me) leggendo, domenica, uno dei più belli incipit giornalistici che mai, a memoria, ricordo di aver letto. A scriverlo Dario Cresto - Dina su Repubblica:
Siamo tutti, in un modo o nell'altro, un volo interrotto. Precipitiamo dai nostri sogni, ma ciò che ci può distinguere e preservarci dall'inesorabilità del destino è la capacità di librarci ancora non verso ciò che siamo ma verso ciò che vorremmo essere.
L'articolo di Cresto - Dina è un viaggio attorno al mondo di Lucio Dalla in occasione della imminente uscita del suo Gli occhi di Lucio che Bompiani manderà in libreria dal 29 ottobre (a proposito: il 31 ottobre la libreria Feltrinelli di Mestre mi ha invitato a presentare un libro giallo ambientato in un luogo insolito, di più non vi dico).
Che la forza sia con voi...



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