mercoledì 22 ottobre 2008

ERETICO?


Da La Nuova Venezia, edizione odierna:



Cacciari diserta l'adunata del Pd
«In piazza ci vadano i demagoghi»
di Alberto Vitucci
VENEZIA. Alla manifestazione del 25 ottobre contro il governo non ci sarà. «E' frutto di errori tattici e strategici, ci vadano i demagoghi. Se sperano di far cadere così Berlusconi...» Da sempre una voce critica all'interno del Pd, che ha contribuito a fondare. Adesso Massimo Cacciari si
dissocia apertamente anche dall'iniziativa di protesta annunciata dal Partito democratico per sabato a Roma. Sindaco cos'è, uno strappo con il Pd?
«No, no, non ci vado perchè ho da fare, ho altri impegni. lascio fare ai demagoghi».
Beh, non bello dare dei demagoghi ai dirigenti del proprio partito.
«Non è mica una brutta parola. In greco vuol dire colui che guida il popolo. Berlusconi
e Veltroni sono dei demagoghi. Io sono vecchio, ho rinunciato».
Allora che si fa, niente corteo e tutti zitti?
«Bisognerebbe fare quello che è necessario fare: riprendere un filo decente, avanzare proposte, organizzare il partito su basi territoriali».
Non si è fatto?
«Ma dai! Vogliamo dire qualcosa sul federalismo, sulla scuola, su questa tragedia degli enti locali che non hanno più neanche gli occhi per piangere? Invece cosa arriva? Una bella manifestazione. Va bene, ci vadano, ma così non risolviamo niente».
Certo che una dissociazione in questo momento rischia di indebolire il fronte.
«Ma cosa vuoi che interessi a loro, non se ne sono mai fatti un problema».
Intanto i consensi al governo Berlusconi crescono.
«Questo non mi preoccupa. E' fisiologico che in momenti di crisi succeda così: la gente vuole un governo che decide e un uomo forte. Loro poi si sono uniti, non danno più quello spettacolo da teatrino della prima volta».
L'opposizione invece?
«Dobbiamo ancora imparare a leggere e scrivere. Per carità, non è scandaloso per un bambino appena nato come il Pd. Ma adesso bisogna muoversi, fare un organigramma territoriale, un programma come Dio comanda. E non lo stiamo proprio facendo».
Colpa dell'attuale classe dirigente, a cominciare da Veltroni?
«Bisogna rinnovare, se andiamo avanti con i soliti D'Alema, Veltroni e stop non andiamo da nessuna parte. Certo il rinnovamento non arriva per opera dello Spirito Santo ma con un organizzazione del partito, coinvolgendo i giovani, vicino alla gente».
Un nuovo leader?
«Avevo proposto inascoltato che si nominasse come plenipotenziario Chiamparino, personaggio autorevole che conosce bene il Nord. Si prendeva tre mesi, tirava fuori tre o quattro giovani...insomma, lavoro capillare, come faceva il Pci, come faceva la Dc. Se non hai un partito alle spalle, o sei Berlusconi o vai a remengo. Lui è sempre in televisione, noi no».
La manifestazione del 25 proprio non le piace.
«C'è questo aspetto comico che la manifestazione è stata annunciata cinque mesi prima. Non ha senso, cinque mesi prima si annuncia un convegno su Aristotele».
Insomma ha ragione Berlusconi, il Pd ha paura della piazza.
«E' ancora più comico che Lui apra bocca su questo. Perchè Berlusconi cosa faceva quando era all'opposizione, non faceva forse le manifestazioni di piazza? Solo che loro sono spregiudicati, hanno la faccia di tolla. Parlavano di liberismo sfrenato e adesso fanno gli statalisti».
Il centrosinistra invece?
«Dovremmo imparare a essere un po' più agili, in politica occorre anche agilità di movimenti. Invece qui ci si perde dietro a Di Pietro sì, Di Pietro no, polemichette continue. Insomma, non si dà mai l'impressione di decidere, nè quando si è al governo nè quando si è all'opposizione».



Cliccando sul link qui sotto, invece, è possibile leggere analoga intervista rilasciata a Il Giornale:

massimo.pdf

Mi verrebbe voglia di accompagnare queste due interviste con la "reazione" stizzita (della serie: tocco blu, non gioco più...cattivoni) del "partito provinciale". Ma ho deciso di non farlo? Perché? Perché mi è arrivata via mail e, chissà perché, il computer l'ha classificata come "posta indesiderata" e l'ha eliminata immediatamente. Ma che peccato!


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