Il convento vuole il testamento biologico «Non si può vivere come vegetali»
Suor Ildefonsa: ho visto tanta sofferenza, aspetto il permesso insieme con tre sorelle
L'ospedale Galliera di Genova è di una Fondazione presieduta per statuto dal vescovo della città, oggi monsignor Bagnasco. «La sorella è rimasta intubata, attaccata alle macchine quasi tre mesi», continua suor Ilda, «e io ho sofferto tanto vedendola in quello stato. Poi una notte mi hanno chiamato, aveva un febbrone ed è finita. Io ho pensato: non voglio essere attaccata alle macchine, non voglio che la fine sia così. Perché prolungare la sofferenza per sé e per gli altri?». Ha visto tante sofferenze, suor Ilda, ha accompagnato molte persone nell'ultimo viaggio, e parla con grande sincerità: «Ho perso da poco il mio unico fratello. L'ho assistito in ospedale e insieme abbiamo detto tante volte il rosario. Soffriva e mi confidava: sono stanco, basta. Ho pregato perché il Signore aprisse le sue braccia e lo accogliesse a sé. Si dice che gli ultimi giorni di sofferenza possono avvicinare a Dio ed essere una benedizione, ma io non so se portano veramente alla salvezza o alla dannazione. Anche la scienza, la medicina, possono sbagliare. È meglio che la Provvidenza faccia il suo corso ». Questa piccola suora dal carattere intrepido ha fiducia nella Chiesa: «È in cammino, come tutti noi, nel buio e con sprazzi di luce: ma la luce arriva sempre. C'è bisogno di tempo. Sono stata fra le prime a fare atto notarile per poter donare gli organi, ora, per il testamento biologico aspetterò ». Suor Ildefonsa, vuole chiarire il suo pensiero: «Io credo fermamente nella vita. Fin dal primo istante del concepimento. Ho accudito al Don Orione bambini senza alcuna facoltà mentale, senza arti, a volte qualche visitatore diceva: ma a chi serve una vita così? Io rispondevo: serve a te, perché tu ti possa chiedere che cosa sai fare per loro».
Erika Dellacasa
Su Facebook mi sono iscritto a questo neonato gruppo: NO VIOLENZA ALLE DONNE. Leggete cosa scrive Patrizia che ne è la fondatrice:
Nonostante le diverse campagne pubblicitarie, gli accorati appelli, le aberranti notizie quotidiane e quanto si legge sul giornale, le violenze sulle donne continuano, incuranti delle bestialità che infliggono, del deserto che lasciano dietro loro, dell'inferno in cui spingono le proprie vittime.Io sono una di queste, una che ha subito violenza e che è riuscita ad accantonare il dolore della devastazione in un angolo del prorpio cuore... una sopravvissuta! Qaunte di noi possono dire altrettanto?Avevo 21 anni quando ho subito violenza e per altri venti ho murato dentro di me quel dolore tentando di nasconderlo a me stessa, ma soprattutto agli altri. Grazie alla scrittura ho trovato il coraggio e la forza per liberarmi di quel pesante fardello e di riuscire a dimenticare. Troppe donne ancora oggi si nascondono nel silenzio, aiutiamole a parlare! E' ora di dire BASTA ALLA VIOLENZA!
Il 25 novembre, a Mestre, ci sarà una grande manifestazione su questo argomento. Non mancate!
Etichette: SOCIETA
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