sabato 17 gennaio 2009

ADDIO....


Il Discorso di CHIUSURA del capo della Casa Bianca uscente
Bush: «Vi lascio un'America più sicura»

WASHINGTON – In un breve, emotivo discorso il presidente Bush si è accomiatato dall’America rivendicando il merito di averla protetta per 7 anni dal terrorismo, e ammonendola che il terrorismo resta la sua più grave minaccia. «Spesso ho parlato del bene e del male - ha detto Bush - perché sono a confronto due sistemi opposti, uno che fomenta il delitto l’altro che alimenta la libertà. Nel corso della Presidenza ho subito dei rovesci, ha aggiunto umilmente, ma ho sempre agito nell'interesse dalla nazione». BILANCIO - Bush ha tracciato un bilancio positivo di sé, ignorando i critici, e mostrandosi convinto di lasciare un’eredità duratura. Ha esortato gli americani a unirsi per superare la crisi finanziaria «contro cui sono subito intervenuto» - ha ricordato e a evitare il protezionismo e l’isolazionismo. Ha quindi elencato quelli che considera i suoi maggiori successi, dalla liberazione dell’Afghanistan e dell’Iraq ai tagli fiscali interni. E ha concluso il suo addio sottolineando che il cambio della guardia con Obama sarà un momento d’orgoglio e speranza per l’America, la prova della vitalità della sua democrazia. Non c’è onore più grande, ha asserito patriotticamente, che comandare i nostri soldati, e non c’è nulla di più bello che essere cittadino americano. Il presidente si è congedato dal Paese dal Salone di oriente della Casa bianca accolto dall’ovazione dei membri del governo.
DALLE TORRE GEMELLI ALLA NORMALITA' - Ha incominciato il discorso dalla strage delle Torri gemelle, osservando che con il tempo l’America ha ritrovato la normalità, cosa, ha detto, che io non ho potuto fare. E ha velatamente riproposto la sua dottrina della guerra preventiva, insistendo che il nemico va colpito là dove si annida, e che l’America deve esportare nel mondo la democrazia. «I nostri nemici sono pazienti - ha precisato -e hanno la determinazione per colpirci di nuovo». Bush non ha tradito ripensamenti neppure sull' economia, ribadendo la supremazia del libero mercato. In tutti i campi, ha terminato, dobbiamo mantenere chiarezza morale, sorvolando sulle polemiche causate dalle torture ai terroristi detenuti. Il presidente ha infine ringraziato la nazione per la fiducia concessagli, e ha citato alcuni eroi americani, come li ha chiamati. Tra di essi un chirurgo che a 60 anni è entrato nelle forze armate ed è in partenza per l’Iraq, dove ha perso un figlio. L’addio ha rispettato la tradizione che vuole tutti i presidenti cercare un posto nella storia e trasmettere con grazia le consegne al successore: Obama, ha sottolineato Bush, è un uomo la cui vicenda riflette le eterne promesse dell’America. Ma per Bush, la cui impopolarità ha toccato i massimi storici, è stato in parte anche un riscatto. Bush, la cui uscita di scena è un sollievo per molti, partirà per il Texas martedì al momento stesso che Obama s’insedierà alla Casa Bianca. Non interferirà nel governo democratico, e col tempo scriverà un libro.

Ennio Caretto



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