venerdì 20 febbraio 2009

SCANDALI



Sì..scandali. Ho titolato così questo post. Innanzitutto pensando alla farsa del processo per giudicare gli assassini di Anna Politkovskaia, la giornalista russa - scomodissima per il regime moscovita per via della sua battaglia contro Putin - uccisa il 7 ottobre del 2006. Quattro erano gli imputati. Due di loro risultano essere addirittura un ex dirigente della polizia ed un ex colonnello dei servizi segreti. Scrive oggi Franco Venturini ne Il Corriere:

L'avvocato e attivista del movimento per i diritti umani Stanislav Markelov assassinato nel centro di Mosca assieme alla giornalista Anastassia Baburova (che lavorava nello stesso giornale della Politkovskaja) ; il dissidente ceceno Israilov raggiunto e ucciso a Vienna; il colonnello Budanov, reo confesso di aver strangolato una ragazza diciottenne dalle parti di Grozny, liberato in anticipo dal carcere; l'ex magnate del petrolio Khodorkovski portato invece a Mosca dopo quattro anni di carcere siberiano per subire un secondo processo politico quanto il primo. E da Putin come da Medvedev un assordante silenzio, non una parola per i morti, non un impegno a far luce. Fino al recentissimo scontro verbale tra Putin e Barroso soltanto perché il presidente della Commissione europea si era permesso di sollevare la questione dei diritti umani.





L'altro "scandalo" è tutto nostrano. Ed è scandalo perché, almeno a me, provoca indignazione. Grande e forte. Ha ragione Enrico Letta che ha definito lo Statuto del Partito Democratico una gabbia: troppo farraginoso e barocco (dalla intervista rilasciata all'agenzia ASCA). E già perché se, sabato, si sceglierà la reggenza di Dario Franceschini è anche in virtù di norme farraginose. Che impediscono di fare ciò che, a mio avviso, era l'unica cosa da fare per evitare che per questo "nuovo" partito i prossimi mesi portino ad un 8 settembre: un Congresso Straordinario che porti alla elezione di un segretario nazionale forte e autorevole. Ho grandissimo rispetto per Dario Franceschini: ma davvero qualcuno pensa che il suo "status" di reggente, gli permetterà quella autonomia decisionale e quella autorevolezza di cui abbiamo dannatamente bisogno? O invece a lui toccherà in sorte quella di essere un reggente "sotto tutela"? Senza dimenticare che solo in un Congresso sarà possibile confrontarsi, misurarsi su proposte alternative ed infine "contarsi". Così facendo, invece, temo che - alla fine - le scelte politiche del PD, da qui all'autunno, saranno solo...di corridoio.
Questa la prima pagina de Il Riformista:


Che la forza sia con voi!




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