ANCORA
La tragedia e la rissa
di Massimo Franco
(Corriere della Sera, edizione odierna)
Le bordate di Fini e Lega mostrano le difficoltà del partito unico nel centrodestra
Sembra quasi che non sia più «il caso Eluana». Da ieri la tragedia è diventata una questione politica: con tutte le implicazioni sgradevoli delle polemiche strumentali e dei giochi di sponda; con qualche rischio di un braccio di ferro fra istituzioni.
Le motivazioni di principio della Chiesa cattolica contro la scelta di non dare più da mangiare e da bere ad Eluana Englaro si sono riversate sull'atteggiamento di gran parte del governo; e di rimbalzo hanno schierato quasi tutta l'opposizione su un altro versante culturale, presidiato dai radicali. Il «no» alle misure in extremis tentate da Palazzo Chigi si è caricato di altri significati. È diventato difesa delle sentenze della magistratura, perché secondo il centrosinistra il decreto ipotizzato da Silvio Berlusconi per impedire la morte della ragazza aveva il sapore di un'usurpazione delle decisioni della Cassazione. Nel frastuono della triangolazione polemica Vaticano-governo-opposizione, sono state accreditate perplessità da parte di Giorgio Napolitano. Il capo dello Stato sarebbe apparso poco convinto dello strumento ipotizzato dal premier per fermare le procedure che porteranno alla morte di Eluana. Ma si tratta di voci che il Quirinale cerca di schivare. La rissa scatenatasi intorno alla tragedia ha rivelato la tentazione irrefrenabile di usarla come un qualunque altro argomento. Berlusconi, incalzato dalla Chiesa, ha dovuto fare i conti con la contrarietà esplicita del presidente della Camera, Gianfranco Fini. «Il decreto sarebbe un grave errore», ha scolpito Fini.
Ma il capo del governo si è anche scontrato con le resistenze della Lega. Roberto Maroni ha commentato gelidamente il provvedimento che il Consiglio dei ministri dovrebbe discutere oggi. È difficile non indovinare distanze di principio; e insieme contrasti interni al Pdl. La bordata di Fini induce a pensare che esistano tuttora problemi aperti sul partito unico del centrodestra. Si nota una vistosa sintonia fra le sue parole ed il «passo indietro della politica » invocato dal segretario del Pd, Walter Veltroni. Non bastasse, le norme approvate ieri con le quali i medici debbono denunciare gli immigrati clandestini in cura da loro, trovano ostacoli ben oltre i confini dell'opposizione. La Cei fa sapere che non denuncerà nessuno, riproponendo uno scontro culturale fra gerarchie cattoliche e Lega. Su questo sfondo convulso, il «caso Eluana» rischia di ridursi a pretesto scelto dalle forze politiche per regolare altri conti. In un clima così precario, non è neppure sicuro che alla fine si concordi una legge sulla «fine della vita» per scongiurare altri conflitti e forzature. Il dialogo parlamentare sembra riuscire solo quando coincide con interessi concreti di potere.
Che la forza sia con voi.....
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