venerdì 6 febbraio 2009

TESORI




Inutile negarselo...quanti fra noi han la passione della subacquea, magari (come è il mio caso) arricchita da una specializzazione in archeologia subacquea, almeno una volta nella vita un pensierino lo hanno fatto: scoprire - durante una immersione - reperti importanti, di straordinario valore. Una fortuna spessissimo toccata a Franck Goddio. 61 anni, francese nato a Casablanca - origini piemontesi da parte di padre, nipote per parte di madre di quell’Eric de Bisschop, esploratore e avventuriero nelle isole del Pacifico, che inventò il moderno catamarano -, Goddio arriva all'archeologia subacquea relativamente tardi, nel 1983, e avendo alle spalle studi di economia e di statistica. In pochi anni però è diventato un vero e proprio cercatore di tesori sottomarini specialmente lungo le coste egiziane. Molti, moltissimi i reperti scovati da lui e dai suoi collaboratori in fondo al mare. Ebbene: dal prossimo 7 febbraio 500 fra questi, saranno visitabili ( fino al 31 maggio) a Torino, nelle scuderie juvarriane nell'unica tappa italiana della mostra Egitto. Tesori sommersi.
Così gli organizzatori:
I reperti archeologici provengono da Alessandria, Heracleion e Canopo, antichissime città della zona del Delta del Nilo che nei primi secoli dell’era cristiana sprofondarono sei metri sotto il livello del Mediterraneo. Con il supporto di una sofisticata tecnologia geofisica, l’equipe guidata da Franck Goddio ha riscoperto i loro resti, miti, opere ed oggetti: dalla sensualità della statua in diorite di una regina, alla semplice quotidianità di alcuni ami da pesca in bronzo; dalle tre colossali statue in granito di oltre cinque metri, alle monete d’oro; dalla stele di Tolomeo con le sue 16 tonnellate di peso, all’anello nuziale in oro che porta incisa una frase del Vangelo. I reperti raccontano 15 secoli di storia dal 700 a.C. all'800 d.C.: un affascinante viaggio in quella parte dell'antico Egitto che fu a contatto con il mondo mediterraneo di Greci, Romani e Bizantini, prima della conquista araba.
L’unica tappa italiana della mostra è arricchita dallo scenografico allestimento di Robert Wilson e dalle musiche e ambientazioni sonore di Laurie Anderson. Il visitatore attraverserà un lungo e buio corridoio che ripropone le suggestioni delle profondità marine, per arrivare nel cuore della mostra iniziando da una stanza totalmente luminosa, la “contemplation space” dedicata ad un solo, prezioso oggetto e al piacere della contemplazione. Seguono ambienti singolarmente allestiti: Sunken Forest (Foresta sommersa), Treasures Honeycomb (Alveare delle Meraviglie), Sphinx Box (Sfingi), Liquid Space (Trasparenze), Waves Power (Onde). La visita culmina, attraverso il lungo corridoio presentato come una scura galleria (Coral Tunnel), nell’ultima spettacolare stanza dedicata all’oggetto di maggiore mistero e sensualità: una statua femminile -dea o regina- che sembra sorgere dalle acque e che, con la perfezione e la bellezza della sua immagine, accompagna il visitatore verso l'uscita.
Insomma una ottima occasione per trascorrere un week end a Torino, città davvero bella e suggestiva dove, fra l'altro, si può assaporare un'ottima cucina. Il che, ovviamente non guasta mai....
Che la forza sia con voi!


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