martedì 22 gennaio 2008

LA FINE DI UN SOGNO

Ci risiamo... col seguito di "nani e ballerine" (come cantava un tempo Guccini), ieri sera si è consumato ciò che tutti temevamo: per la seconda volta il centrosinistra è stato mandato a casa.
Condivido la scelta di Prodi di riferire a Camera e Senato e chiedere la fiducia: corretto e costituzionalmente ineccepibile decidere che se crisi doveva essere, questa fosse decisa in ambito parlamentare. E adesso? Andare alle urne subito con la legge elettorale attuale oppure un governo "tecnico" (meglio: istituzionale) che approvi la riforma del voto (sul modello tedesco? su quello francese?) e poi ridare parola agli elettori? Lo capiremo nei prossimi giorni (già oggi pomeriggio iniziano le consultazioni del Presidente della Repubblica). Ciò che appare chiaro è che ieri sera è stata decretata la fine di un sogno. Quella notte in cui Prodi è salito su un palco allestito in una piazza romana e, davanti a decine di bandiere ondeggianti al vento, ha detto "abbiamo vinto" è stata una gran bella notte. Pensavamo, credavamo che davvero fosse possibile costruire un mondo diverso. Pensavamo, credevamo, che finalmente si potesse lavorare per realizzare un modello di società diverso, migliore. Più attento ai bisogni degli uomini, delle donne, dei bambini e degli anziani di oggi. Poi abbiamo cominciato a ricrederci: troppa frammentazione, troppi interessi di parte. Ma ancora speravamo. In fondo il peggio era passato. Il risanamento cominciava a dare qualche frutto. Certo: ancora non si parlava di quelle riforme strutturali necessarie affinché il nostro Paese fosse un paese finalmente moderno. Fino a ieri sera. Fino a quelle frasi pronunciate dal Presidente del Senato Franco Marini con cui si annunciava la fine di questo sogno.

Che la forza sia con voi

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