LUOGHI DEL CUORE E LUOGHI DELLO SPIRITO
Immagino che per molti valga quel che vale per me: l'avere cioè dei livres de chevet, libri prediletti che non ti stancheresti mai di leggere poiché ogni volta sanno regalarti emozioni sempre diverse. Credo che lo stesso valga per i luoghi. Ho alcuni luoghi del cuore, posti in cui sono stato bene e in cui, talvolta, avverto l'impellente necessità di ritornarvi. Oltre alle mie amate Dolomiti e a Venezia (e sembra banale dirlo), amo molto Ferrara e quella Bologna che, secondo Francesco Guccini, è una vecchia signora dai fianchi un po' molli col seno sul piano padano ed il culo sui colli. Quando vado in Puglia, invece, non mi sono mai fatto mancare né una visita ad Ostuni, la città bianca che al tramonto è abbacinata da un arcobaleno di colori, né Gallipoli dove, alla sera, i pescatori ti regalano crostacei crudi (buonissimi i ricci di mare) da mangiare, bagnati appena da un po di succo di limone. In Sicilia mi sono piaciute molto Ragusa, Siracusa ed il mare soprattutto di Capo Passero, la spiaggia più meridionale di tutta Italia dove soffia un vento forte che ha già l'odore di Africa. Milano (sembra incredibile a dirsi) mi piace, molto meno Torino dove vado in occasione del Salone Internazionale del libro. E i luoghi dello Spirito? Sono posti dove sto bene con me stesso, dove respiri una pace ed una tranquillità che ti entra dentro. In cima a tutti metto il monastero di Marango (vedi link a fianco): luogo, che ruota attorno alla figura di don Giorgio Scatto, in cui un gruppo di donne e uomini si sono consacrati a Dio e ad una vita rigorosamente divisa tra preghiera e lavoro. Molti anni fa ho avuto la fortuna di essere fra i primi visitatori maschi dell'eremo camaldolese di Monte Rua, nei colli euganei. Ci si arriva percorrendo una strada bianca. La domenica pomeriggio potete bussare. Ma se siete donne vi lasceranno fuori giacché le femmine non vi son ammesse. All'interno i monaci vivono in piccole celle composte da una stanza che funge da dormitorio e da studiolo ed un'altra che ospita latrina e legnaia. Ogni cella ha un piccolo orto che viene coltivato dagli stessi monaci. Ricordo ancora gli occhi del monaco che, quel giorno di tanti anni fa, accompagnò me ed un paio di amici a visitare il monastero: azzurri come l'Oceano ma, soprattutto, colmi, densi di una serenità che l'uomo contemporaneo non riesce a vivere nella propria quotidianità. L'altro luogo dello spirito è l'Abbazia di Praglia che ho frequentato spesso. Chissà perché ma ogni volta che ci vado mi vien spontaneo pensare che Umberto Eco, in realtà, scelse proprio questa Abbazia a modello di quella letteraria su cui costruì Il Nome della Rosa. Trascorrendovi, in maniera sparsa, qualche week end, ho avuto il privilegio di frequentarvi la biblioteca, ricchissima, e il centro di restauro del libro, struttura straordinaria e modernissima. Perché ne parlo oggi? Perché spesso mi capita una cosa strana: quando visito luoghi antichi, storici mi perdo tra i pensieri ed i ricordi. E' quello che mi è accaduto lunedì, giorno di "Pasquetta", quando - al mattino - ho approfittato di una visita gratuita all'interno dei saloni monumentali della Bibiloteca Marciana di Venezia (nata, nel XVI° sec. da un nucleo originario che coincideva con la biblioteca personale del card. Bessarione che volle regalare alla Serenissima Repubblica) che, oggi, si trovano all'interno del Museo Correr. Ho trovato semplicemente straordinario aver potuto visionare il mappamondo pergamenaceo di Fra Marco. Risalente a prima della scoperta dell'America, è una opera d'arte incredibile, ove per ogni luogo geografico "conosciuto", in grafia minuscola, sono riportate tutte le caratteristiche salienti. Oggi, come detto, i saloni fanno parte del Museo Correr. E, all'esterno, nascosti alla vista, ho potuto ritrovare (e osservare, e accarezzare) i sarcofagi provenienti dall'Abbazia di Sant'Ilario! Ma questa è un'altra storia.
Che la forza sia con voi!
P.S: E va beh...mettiamola così: abbiam voluto dare una scossa ad un campionato che altrimenti sarebbe già finito...ma accidenti, quel gol era in fuorigioco o no?
PP.SS.: Grande, grandissima, straordinaria la Federica Pellegrini: avevan tentato di farla fuori con quella incredibile accusa di falsa partenza...e lei ha fatto vedere di che pasta siam fatti noi veneziani...brava!!!!!!!!
Etichette: CULTURA
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